È estate, in Italia fa troppo caldo per fare qualsiasi cosa e qualche giorno all'estero è sostanzialmente obbligatorio, ovviamente a caccia di treni.

Le mete, va detto, iniziano a scarseggiare. L'Est Europa è grosso modo la sola zona dove trovare qualcosa di interessante ma anche lì il vento del cambiamento sta arrivando laddove non è già arrivato.

Il trio è sempre lo stesso, Lorenzo, Marco e Francesco che approcciano all'ennesimo tour per portare a casa foto di mezzi stranieri prima che sia troppo tardi..

L'ipotesi iniziale è la Bulgaria, poi, tuttavia ci rendiamo conto che i rotabili sono quasi tutti graffittati dal tetto ai carrelli, incluse le “nuove” carrozze giunte dalla Germania, almeno quelle ancora non ripellicolate nella nuova cromia.

La scelta ricade quindi sulla sempre gradita Romania e precisamente su un angolo ben definito del Paese. Decidiamo, infatti, di “battere” la zona a sud ovest dove possiamo trovare sia treni Diesel che elettrici.

Il 1 agosto col solito mercatino volante (leggasi Ryanair) atterriamo in due a Bucarest che è già notte inoltrata col terzo che ci raggiungerà il giorno seguente in auto da Sofia altrimenti sarebbe troppo facile. All'uscita dell'aeroporto un personaggio ci strilla "Uber" che deve essere il suo nome, visto che sicuramente non è il servizio che espleta anche in considerazione dell'auto sulla quale saliamo che ha tante spie accese da sembrare un albero di Natale. Percorsi i chilometri che ci separano dalla stazione di Bucarest Nord arriviamo in quello che sarà il nostro appartamento per la prima notte.

Le zone intorno alle stazioni sono uguali un po' in tutti i paesi, almeno in quelli latini, per cui non ci stupiamo più di tanto quando vediamo che la nostra residenza per una notte è di fianco a un sexy shop che ha davanti signorine a tassametro che si offrono e ai altri lati sale slot piene di persone che si stanno giocando lo stipendio.

Del resto la mattina abbiamo il treno alle 8 circa per cui è inutile andare dall'alta parte della città solo per dormire.

Il palazzo dove entriamo è tipico dei paesi dell'Est. Inferriate sui corridoi, ascensore che pare debba crollare da un momento all'altro ma che non possiamo non prendere visto che siamo al nono piano, fili e tubature a vista e scale che ti fanno pregare che nella notte non scoppi un incendio altrimenti “si fa la fine del sorcio” come si dice dalle mie parti. Nulla che non abbiamo già visto in Moldova, Bulgaria, Macedonia, Ucraina e via discorrendo.

La notte va via fortunatamente tranquilla anche se questa città ha un caotico traffico anche nelle ore più piccole e la mattina alle 7 siamo in stazione a București Gara de Nord. Qui il tempo si è fermato.

L'impianto è parecchio datato e si nota a prima vista e ancora non sono arrivate tante disposizioni che per chi vive più a occidente sono normali.

La stazione, tanto per dirne due, è piena di barriere architettoniche e non vige il divieto di fumo.

Il pavimento è piastrellato e percorrerlo con i trolley potrebbe essere una nuova disciplina olimpica, visto che è il periodo.

Al centro del corridoio che porta ai binari ci sono negozi di brand presenti ormai ovunque e bancarelle che vendono prodotti di dubbio gusto ma anche un quantitativo mai visto di piccioni che sono talmente abituati alla presenza umana da non allontanarsi nemmeno se li si prova a toccare con una mano.   

A piacerci, oltre all'aspetto generale della stazione, sono anche altri dettagli. Tra tutti il tabellone degli arrivi e partenze che nell'atrio principale non è ancora elettronico. Uno spettacolo per gli occhi.

Giunti alle macchinette automatiche facciamo due biglietti per Roșiorii de Vede non facendoci passare nemmeno per l'anticamera del cervello di prendere la seconda classe. La prima, tuttavia, non è che poi sia molto meglio.

Il treno IR 1823 diretto a Deva è strapieno, con persone in piedi. A non aiutare sono le sole tre carrozze a un piano messe a disposizione da CFR Călători che si popolano praticamente subito.

Purtroppo non c'è tempo di seguire quel che accade nella stazione principale della capitale rumena ma lo faremo al ritorno. Troviamo solo qualche istante per fotografare uno dei fallimentari IC2 costruiti dalla nostra AnsaldoBreda per le ferrovie danesi DSB entrato a far parte da qualche tempo del parco mezzi di Astra TransCarpatic  che si attesta su un binario di fianco a una automotrice del Gruppo 78-32 di Transferoviar Călători che altro non è se non un ex "Wadloper" delle ferrovie dei Paesi Bassi NS.

Del resto, la Romania è piena di mezzi acquistati di seconda mano da altre compagnie ferroviarie d'Europa, ma questo lo vedremo più avanti.  

Il viaggio dovrebbe essere breve, circa due ore, ma è infinito. Sulla linea che unisce Bucarest a Craiova sono infatti presenti parecchi lavori e il treno almeno la prima tratta se la fa tutta a non più di 30 km/h.

Se l'uscita da Bucarest è interessante per via del materiale fermo, il resto del tragitto è piuttosto noioso anche perché i binari sono affiancati da una vegetazione fittissima che dà l'impressione di essere pareggiata direttamente dai transiti dei treni. Per dirla in altra maniera, qui di convogli diserbanti non pare essercene traccia.

Come se tutto questo non fosse sufficiente, dopo circa mezz'ora di viaggio il nostro treno si ferma in una stazione sperduta a ovest di Bucarest. Il motivo è presto detto, da qui si viaggia su un solo binario per i lavori in corso e in senso contrario stanno arrivando due treni che hanno ore di ritardo e ai quali si cerca di far recuperare qualcosa. La sosta si protrae per circa mezz'ora e a quel punto di arrivare puntuali a Roșiorii de Vede non se ne parla neppure. Peccato perché poco dopo il nostro arrivo parte per la diramazione Diesel che porta ad Alexandria una automotrice che potrebbe essere un "moderno" Desiro o una anziana Malaxa che a questo punto perderemo.

Dopo altre due estenuanti ore il treno si ferma finalmente a Roșiorii de Vede dove il trio si ricongiunge per proseguire l'escursione in macchina. Il Diesel per Alexandria ha intanto aspettato il nostro convoglio ma è un Desiro che poco ci interessa.

Posate le valigie nel portabagagli di una poco riconoscibile Clio rosso fuoco andiamo dal capo impianto per chiedere se sulla linea per Alexandria che da Roșiorii de Vede volge verso sud ci sia effettivamente qualche Malaxa.

La risposta è affermativa, e grazie al traduttore di Google riusciamo a sapere che con una di queste automotrici è effettuato il prossimo treno in arrivo entro pochi minuti.

C'è tempo, prima, di fotografare un treno passeggeri con una anziana 614 ex DB in partenza da Roșiorii Nord e un treno in arrivo con una 410 in una location di fortuna, poi ci piazziamo a Roșiorii Est. Purtroppo non siamo fortunati perché la Malaxa c'è, ma è una tavolozza. Presi dalla curiosità su quale sia a questo punto la situazione di queste splendide automotrici scartabelliamo tutta internet e da un forum tedesco veniamo a scoprire che sono sostanzialmente messe nelle stesse condizioni tutte quelle che girano in questa parte della Romania. Per fortuna le abbiamo fotografate in altri viaggi, altrimenti ci sarebbe da tirare giù un calendario intero. Sempre per fortuna lo abbiamo scoperto subito ed eviteremo sostanzialmente di prenderle in considerazione nei giorni seguenti.

Visto che la nostra destinazione è Piatra-Olt, cittadina posta su una linea Diesel a nord ovest di Roșiorii de Vede, iniziamo a muoverci verso ovest affiancando la linea elettrica che lasceremo a Caracal. Durante lo spostamento incrociamo diversi punti fotografici interessanti dove abbiamo l'opportunità di immortalare alcuni treni passeggeri con le 410 e le 460 e alcuni merci con le 470. Purtroppo ad aiutare non è il meteo. Su di noi, come direbbe Pupo, nemmeno una nuvola. Un bene per le foto, un male per tutto il resto, visto che ci saranno quasi 40 gradi al sole. 

Giunti a Caracal decidiamo di sostare qualche ora per fare altre foto all'elettrico prima di immergerci nella sezione Diesel che porta a Piatra-Olt. Non passa molto, per la verità, una 473 in livrea bandiera rumena rosso-giallo-blu con un treno passeggeri composto da carrozze a due piani e un merci di cisterne con una 430 di Grup Feroviar Roman. Non molto, appunto, ma nemmeno da buttare via visto che è la prima giornata "vera" di fotografie e ha previsto uno spostamento su un mezzo pubblico di circa 100 km.

Col sole che comincia a dare segni di cedimento, lasciamo la linea elettrica e saliamo verso Piatra-Olt fermandoci per fare una foto a Șopârlița. Qui incrociamo un Desiro. Brutto segno, urge informarsi su quali siano i treni fatti con materiale ordinario perché andate a carte quarantotto le Malaxa il nostro obiettivo sono ora le locomotive Diesel del Gruppo 60 con le vetture al seguito.

Scopriamo che di treni con queste composizioni ce ne sono ben pochi, soprattutto il sabato che è, nemmeno a dirlo, il giorno seguente. Il primo dovrebbe essere al mattino prestissimo, quindi tanto per fare qualcosa di nuovo bisogna fare un'alzataccia.

Prima di proseguire nel racconto, però, merita un cenno Piatra-Olt, anche per capire i nostri spostamenti. Da questa stazione si diramano quattro linee Diesel che vanno rispettivamente a Sibiu, Pitești, Caracal da dove siamo venuti noi e Craiova. Seguirle tutte e quattro è ovviamente impossibile per cui decidiamo di puntare su quella di Sibiu dove come detto la mattina seguente dovrebbe esserci il primo treno all'alba con 60 e carrozze. Lo decidiamo, tuttavia, dopo aver preso l'appartamento per dormire a Slatina che è invece sulla linea per Pitești. Per fortuna non molto lontano da Piatra-Olt. Poco prima di cena arriviamo quindi in questa cittadina dove prendiamo possesso per una notte di una casa piuttosto comoda non prima di aver fatto spese per la cena.

Nel mentre, anche perché è impossibile non farlo, notiamo che stiamo dormendo nella città che ha dato i natali a Mădălina Diana Ghenea che se non sapete chi è molto male, peste vi colga e andatela a cercare possibilmente quando vostra moglie è fuori casa.

Non c'è tempo per molto altro, la sveglia al mattino è all'alba e i tempi sono strettissimi per cui si va a dormire. Il tutto sperando che il giorno dopo i pianeti si allineino tutti nel verso giusto. Serve che il treno sia effettivamente composto da una locomotiva del Gruppo 60 con carrozze, serve che sia pulito, che il sole sia sorto quando parte e che non ci siano foschia né nuvole. Un terno al lotto pare più semplice ma se questi giri fossero facili il divertimento dove sarebbe? Come è andata a finire nella seconda parte.