L'assessore regionale alle Infrastrutture, Francesco Baldelli, interviene sulla questione del bypass ferroviario di Pesaro, dopo la petizione dei cittadini che chiedono la salvaguardia del tracciato.

Secondo Baldelli, l’opera sarebbe «impossibile per ragioni tecniche» e, se realizzata, comporterebbe gravi impatti ambientali, con «viadotti alti 12 metri e colate di cemento» non sostenibili.

Intanto, il Governo ha messo in discussione il piano per l'arretramento delle linee ferroviarie a Fano e Pesaro pensando a un progetto di alta velocità che coinvolge l’intera area adriatica. 

L’eurodeputato Matteo Ricci, delegato ai trasporti, ha definito questa decisione uno «scippo per le Marche».

Baldelli ha spiegato i limiti tecnici del progetto: «Un arretramento ferroviario non è realizzabile, nemmeno come stralcio, tra Pesaro e Fano.

L’opera richiederebbe l’intervento su un segmento ferroviario molto più ampio».

Secondo l'assessore, le variazioni altimetriche e gli angoli di curvatura della linea impedirebbero di raggiungere l’obiettivo dichiarato nella petizione, ovvero la sostenibilità ambientale.

«Le modifiche necessarie – ha proseguito – comporterebbero la costruzione di viadotti alti più di 12 metri, con lunghezze superiori ai 100 metri, che dividerebbero in due la città e comporterebbero una cementificazione invasiva».

Baldelli ha poi sottolineato che un bypass tra Pesaro e Fano non risolverebbe i problemi di trasporto passeggeri della zona, al contrario, aumenterebbe significativamente il traffico merci, con circa 52.000 treni all’anno, oltre a 15.000 treni locali e quelli a lunga percorrenza.

«In questo modo, sì, si farebbero gli interessi economici dei porti di Taranto e Gioia Tauro, ma non certo quelli di Pesaro, Fano e delle loro frazioni, come Villa San Martino, Santa Veneranda o Centinarola», ha aggiunto l'assessore.

Infine, Baldelli ha lanciato una critica verso chi propone soluzioni senza una comprensione approfondita delle questioni tecniche e urbanistiche coinvolte, mettendo in guardia dai danni che potrebbero derivare da decisioni basate su ideologie politiche anziché su una valutazione oggettiva delle necessità del territorio.

«Tra il progetto della Rambla e il ‘non proggetto’ del bypass ferroviario, è sorprendente come ci sia ancora chi crede nel sistema Pesaro, concepito come un sistema elettorale volto a produrre illusioni», ha concluso.