Non tutte le ciambelle riescono col buco ed evidentemente nemmeno tutti i cambi di nome alle aziende ferroviarie.
Lo scorso novembre, SNCF ha annunciato un'importante riorganizzazione con la chiusura della sua compagnia merci Fret SNCF a partire dallo scorso 1 gennaio 2025, sostituita da due nuove entità, Hexafret e Technis.
La prima compagnia si concentrerà sul trasporto merci, la seconda si occuperà invece della manutenzione delle locomotive.
Fin qui tutto bene non fosse che chi ha deciso i nomi non ha evidentemente cercato prima di scoprire se ci fossero possibili conflitti non guardando, peraltro, nemmeno in casa propria.
Technis risulta infatti essere un marchio già registrato dal 2022 dalla omonima azienda losannese fondata otto anni fa e attiva nella digitalizzazione.
Per ironia della sorte, questa azienda lavora a stretto contatto con SNCF, fornendole in particolare soluzioni per la gestione dei flussi nelle sue stazioni e dei tassi di occupazione dei suoi uffici.
Il fondatore e amministratore delegato di Technis ha scoperto con stupore questa scelta all'inizio di novembre e ovviamente non l'ha presa benissimo.
L'azienda ha mobilitato rapidamente i suoi avvocati, constatando che SNCF aveva registrato il nome presso l'organismo ufficiale francese per la registrazione dei marchi.
Nonostante vari approcci più o meno informali, tra le due realtà non è stata trovata alcuna soluzione accettabile e la situazione starebbe già danneggiando l'azienda svizzera.
Il tutto con calo di referenze, confusione tra i clienti e "sentore negativo" associato alle notizie poco entusiasmanti di Fret SNCF.
Per Technis la sfida è chiara, proteggere il proprio marchio da una situazione senza precedenti in cui una grande azienda assume il nome di uno dei suoi fornitori.
La situazione di stallo per ora non ha trovato sbocchi, con un impatto che potrebbe aggravarsi ulteriormente nei prossimi mesi quando SNCF Technis diventerà operativa.