La fine dei lavori sembra ancora lontana – forse nel 2026 – poiché per completare l’elettrificazione della tratta ferroviaria Campobasso-Roccaravindola è necessario l’utilizzo di una “talpa meccanica” difficile da reperire sul mercato europeo.
Questa la dichiarazione rilasciata da Rfi nel corso di un’audizione a Palazzo D’Aimmo alcuni mesi fa.
Tuttavia, nella risposta del Mit all’interrogazione presentata dal parlamentare M5S Angelo Santillo, non vi è alcun riferimento alla “talpa”.
A portare alla luce il contenuto della nota ministeriale è il consigliere regionale pentastellato Roberto Gravina: «Avevamo chiesto trasparenza e risposte chiare, ma quello che emerge è un quadro ancora più confuso e preoccupante.
Si confermano ritardi, mancanza di programmazione e soprattutto dichiarazioni contraddittorie da parte di Rfi, che minano la credibilità dell’intero iter», il suo commento.
Nel corso di un’audizione tenutasi a fine novembre davanti al Consiglio regionale del Molise, i vertici di Rete Ferroviaria Italiana hanno spiegato che i ritardi nei lavori sono dovuti alla necessità di impiegare una Tunnel Boring Machine, analoga a quella usata per la linea Napoli-Bari, ma di difficile reperibilità perché le unità disponibili in Europa, provenienti dalla Cina, risultano già impiegate altrove.
Tuttavia, il Mit afferma che per completare i lavori non sarà necessaria alcuna Tbm.
Un’ulteriore discrepanza riguarda il numero di gallerie interessate da problemi strutturali e bisognose di interventi di ristrutturazione.
Secondo quanto dichiarato a Campobasso dai rappresentanti di Rfi, sarebbero due le gallerie crollate sulla tratta Vinchiaturo-Campobasso, «mentre ora il Ministero indica che il cedimento ha riguardato solo la galleria Colle Barone.
Inoltre, apprendiamo che solo dopo il crollo si sarebbero attivate ulteriori indagini, nonostante la natura del terreno e lo stato di conservazione delle strutture fossero già ben noti.
Questo dimostra che la programmazione è stata completamente inadeguata».
Confermato il “fine pena” nel 2028, dunque i lavori non termineranno prima di tale data.
«Fino ad allora Campobasso resterà privo di un collegamento ferroviario diretto con Roma, con tutti i disagi che ne derivano per cittadini e pendolari».
Mancano 100 milioni di euro
A complicare ulteriormente la situazione, il costo complessivo dell’elettrificazione della Roccaravindola-Isernia-Campobasso, che il Mit attesta a 393 milioni di euro, risulta attualmente coperto solo per 293 milioni.
All’appello mancano ancora 100 milioni, che dovranno essere reperiti nell’aggiornamento 2025 del Contratto di Programma. Un duro colpo per i pendolari molisani, già da anni costretti a fare i conti con continui stop e ripartenze, e un ulteriore aggravio per i contribuenti.
«Di fronte a questa situazione, il silenzio delle istituzioni nazionali e locali è oggettivamente difficile da concepire e da accettare per i cittadini molisani – attacca in conclusione Gravina –.
Il ministro delle Infrastrutture Salvini e l’assessore regionale ai Lavori pubblici Marone devono farsi carico di questa emergenza e pretendere risposte chiare da Rfi.
Non chiediamo miracoli ma pretendiamo che il Molise sia considerato al pari di altre regioni.
Si parla del progetto faraonico del ponte sullo Stretto quando qui per elettrificare una piccola rete e dotare il capoluogo di regione di una infrastruttura ferroviaria bisogna attendere anni.
I dubbi che avevamo sollevato, alla luce delle risposte fornite da Rfi in sede parlamentare, alimentano ancora di più il sospetto che gli investimenti in Molise non siano una priorità del Governo, con buona pace della filiera istituzionale».