Un viaggio in treno con i figli si sarebbe trasformato in un incubo per una madre di quattro bambini, che lo scorso 12 giugno ha denunciato in una lettera al Corriere della Sera un'aggressione verbale che avrebbe subito sul treno Italo 9940, in viaggio da Roma a Milano.

La donna, in compagnia di due dei quattro figli, racconta un tragitto tranquillo, interrotto a suo dire solo da qualche movimento dei bambini per andare in bagno o giocare.

Llla fine del viaggio, però, un passeggero – infastidito da un lieve contatto con il piede da parte di uno dei due bambini – sarebbe esploso in uno sfogo pulendosi il pantalone toccato e avrebbe accusato la donna di non saper gestire i figli.

Nonostante le scuse, l’uomo avrebbe continuato a inveire, cercando l’appoggio degli altri viaggiatori, rimasti però in silenzio.

“Se la soglia di tolleranza per i bambini è così bassa – chiosa la donna –, allora forse ci meritiamo davvero l’estinzione, per lasciare spazio al silenzio eterno”.

Un boomerang mediatico

La vicenda, ormai nota e riportata da numerosi quotidiani nazionali, ha suscitato un acceso dibattito anche sui social network, dove è stata condivisa e commentata da migliaia di utenti. 

Tuttavia, quello che sembrava un tentativo di ottenere comprensione e sostegno, si sta rivelando ora dopo ora un vero e proprio boomerang mediatico.

Se da un lato ci sono stati alcuni messaggi di solidarietà, la maggior parte dei commenti ha invece espresso empatia e vicinanza all’uomo coinvolto, ritenuto da molti un semplice passeggero infastidito da una situazione difficile da gestire.

Una prima internauta commenta la vicenda sottolineando che il comportamento dell’uomo coinvolto, ritenuto eccessivo da alcuni, sarebbe in realtà comprensibile alla luce delle difficoltà vissute da chi viaggia in treno in presenza di bambini particolarmente vivaci. Viene evidenziato come, in spazi ristretti come quelli di un vagone ferroviario, la tolleranza verso atteggiamenti percepiti come inadeguati o maleducati possa ridursi drasticamente, rendendo l’esperienza molto stressante.

Un’altra utente fa riferimento a una replica dell’uomo pubblicata sul sito del Corriere, che sarebbe stata successivamente rimossa. Secondo quanto riportato, non ci sarebbe stata alcuna aggressione verbale, ma solo una reazione di fastidio dopo ore di disturbo e un episodio in cui l’uomo sarebbe stato calpestato e sporcato. Viene quindi espresso disappunto per la rappresentazione dell’uomo come figura negativa, causata dalla diffusione della versione dei fatti fornita dalla madre del bambino.

Un’ulteriore osservazione, da parte di un’altra utente, mette in luce la necessità di ascoltare anche la versione dell’uomo coinvolto, per avere un quadro più completo della vicenda.

In rete dunque si è subito aperto un confronto tra chi difende il diritto delle famiglie a viaggiare serenamente e chi, al contrario, sottolinea come anche i genitori debbano sforzarsi di far mantenere ai propri figli, un comportamento rispettoso degli altri, soprattutto in spazi pubblici condivisi.

Come sempre il torto e la ragione non stanno mai da una sola parte.

Certo i bambini saranno stati rumorosi come è nella loro natura, tranne rare eccezioni, e forse il signore non si è dimostrato molto tollerante. 

Resta il fatto che, proprio per evitare questo tipo di situazioni, la maggior parte delle compagnie ferroviarie mette a disposizione dei viaggiatori la carrozza silenziosa.

Se questa è sempre piena, del resto, un motivo ci sarà.

Il problema è che la maleducazione impera a tutte le età tra telefonini che squillano, telefonate fiume, conversazioni private condivise con tutti e film visti a tutto volume.

Alle compagnie trovare una soluzione perché l'appello all'educazione fatto con la diffusione sonora è davvero poco utile.