Negli ultimi mesi, «ci risulta che la puntualità dei treni sia migliorata rispetto allo scorso anno». Lo ha dichiarato in settimana il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Edoardo Rixi, durante un’audizione in Commissione Trasporti alla Camera, focalizzata sullo stato del sistema ferroviario.
Un sistema che, ormai da diversi mesi, è sotto pressione a causa di continui scioperi e disservizi, che provocano notevoli disagi per pendolari e viaggiatori.
Rixi ha assicurato che l'azienda «non è passiva» e che «si sta impegnando per trovare soluzioni che permettano di garantire rimborsi più rapidi in caso di ritardi o soppressioni dei treni».
Tuttavia, dalle sue dichiarazioni è chiaro che ci vorrà ancora tempo: «Stiamo adeguando il sistema, ma per farlo abbiamo bisogno di risorse e tempo. Stiamo lavorando in condizioni di grande stress».
Ritardi
«La domanda da porsi è: perché ci sono continui ritardi?» ha sottolineato Rixi, mettendo in evidenza che il ministero sta lavorando per riqualificare una rete ferroviaria con «un’età media di circa 80 anni», con molte delle sue «tecnologie risalenti addirittura all’era dell’analogico».
La sfida, secondo il viceministro, è «far convivere tutte le tecnologie esistenti sulla rete, garantendo al contempo sicurezza ed efficienza».
L’idea di chiudere una tratta per un lungo periodo al fine di accelerare i lavori non è mai stata presa in considerazione: «In Germania hanno chiuso la linea Berlino-Amburgo per nove mesi per rifare completamente la tratta.
In un paese come il nostro, dove i treni sono utilizzati molto di più, una scelta del genere è molto complessa. Chiudere una stazione per due anni, invece di eseguire lavori diluiti su dieci anni, è una soluzione difficile da applicare».
I lavori di manutenzione
Un altro tema trattato riguarda la manutenzione: «Dal 2020 ad oggi, abbiamo aumentato il budget per le manutenzioni di un miliardo, arrivando a un totale di 3 miliardi e 692 milioni.
Attualmente, stiamo concentrando le risorse sulle manutenzioni straordinarie». Una critica, anche se non troppo velata, è stata rivolta a chi si è occupato della questione in passato: «Se quelle ordinarie fossero state affrontate tempestivamente, non ci troveremmo ora a dover affrontare tutte queste manutenzioni straordinarie», che richiedono interventi più incisivi.
Il viceministro ha rassicurato, inoltre, che negli ultimi mesi è stata condotta una revisione approfondita del sistema per identificare e affrontare i componenti più a rischio, spiegando che «il 50% delle cause di ritardi è legato a fattori esterni, come incendi, investimenti e altri eventi imprevisti».
Ridurre i biglietti sull’Alta Velocità
Riguardo alla possibilità di ridurre i prezzi dei biglietti per l’alta velocità ferroviaria, in relazione ai maggiori tempi di percorrenza, Rixi ha spiegato che la decisione spetta alle società ferroviarie.
«Il punto di equilibrio va trovato con le aziende», ha aggiunto, precisando che, mentre per le linee dei pendolari è possibile una rimodulazione grazie all’intervento del governo, ciò non può avvenire per i treni ad alta velocità.
Questi ultimi, infatti, «sono gestiti da operatori privati e il loro mercato è libero. Un intervento del governo sarebbe considerato un aiuto di Stato, quindi la politica tariffaria non è di competenza governativa».