La Corte d’Appello di Milano ha ridotto la condanna per i due operai di Rete Ferroviaria Italiana ritenuti corresponsabili del deragliamento del Frecciarossa Milano-Salerno avvenuto il 6 febbraio 2020 al Posto Movimento Livraga.

I due operai hanno visto la loro pena ridursi da tre anni a un anno e otto mesi.

 

La condanna prevede la sospensione condizionale della pena e la non menzione nel casellario giudiziale.

A differenza del Tribunale di Lodi, che il 3 luglio 2023 non aveva concesso attenuanti, i giudici milanesi hanno riconosciuto le attenuanti generiche ai due imputati.

Tuttavia, la Procura Generale di Milano aveva chiesto la conferma della condanna di primo grado. I due operai avevano scelto di essere giudicati con rito abbreviato.

Il processo di Lodi e le altre responsabilità

Parallelamente, presso il Tribunale di Lodi è ancora in corso il processo ordinario nei confronti di altri cinque imputati: un dirigente di RFI, un operaio della Alstom Ferroviaria di Firenze (accusato di aver commesso un errore nell’avvitare due fili dell’attuatore considerato la causa dell’incidente), il collaudatore dello stesso attuatore e due ingegneri responsabili della progettazione e delle procedure di produzione.

Attualmente, a Lodi si stanno ascoltando i testimoni, con la prossima udienza fissata per il 1° aprile. Restano da sentire venti testimoni e sette consulenti, e la sentenza è attesa per l’autunno.

Il possibile ricorso in Cassazione

Gli avvocati difensori dei due operai condannati in Appello, Valeria Marchettini e Andrea Sagner di Piacenza, hanno dichiarato che valuteranno un ricorso in Cassazione dopo il deposito delle motivazioni della sentenza, previsto tra 60 giorni.

La difesa sostiene che i due manutentori, in servizio la notte dell’incidente, non fossero stati adeguatamente istruiti sulla procedura finale di “concordanza” tra il comando elettrico dello scambio, i sistemi di segnalamento e la posizione effettiva degli aghi e del tallone del deviatoio.