“Lo sviluppo di una Regione dipende molto dalla sua collocazione geografica e dalle interconnessioni. Noi abbiamo una Regione che è baricentrica rispetto alla Macroregione Adriatico – Ionica”.
Ad affermarlo in una nota stampa sono l’avvocato Aurelio Cambise, l’ingegnere Giovanni Ceglie e il Signor Giovanni Domenico Mancini.
“La ZES (Zona Economica Speciale) è una agevolazione di natura fiscale, che viene data alle industrie, se si collocano nel territorio.
Oggi la marittimizzazione dell’economia è determinante; una grandissima percentuale delle merci viene trasportata via mare. I porti abruzzesi devono assolutamente legarsi al porto di Civitavecchia. Gli esperti di logistica e di portualità, Ingegnere Antonio Nervegna e Dott. Euclide Di Pretoro, indicarono all’ex Giunta Regionale D’Alfonso una perimetrazione della ZES, che avesse appunto uno sviluppo trasversale.
Se non facciamo una interconnessione con ordito e trama di trasporti, le aree interne non si svilupperanno mai, anzi si spopoleranno ancor più e rischieranno di morire. Che senso ha favorire solo la Costa Adriatica, che pure è un fatto molto positivo in sé, ma insufficiente, se non è collegato con le aree interne fino ad aprirsi ai traffici di Civitavecchia?”
“E solo adeguando la ferrovia Pescara – Sulmona – Avezzano – Roma all’alta capacità, nonché anche velocità, si potrà parlare di un progetto a largo respiro, che potrà dare frutti alla nostra economia e alla nostra vita sociale. Solo un progetto completo potrà evitare lo spopolamento e l’arretratezza delle aree interne rispetto a una certa modernità, che si vorrebbe creare solo altrove.
La ZES nella sua visione originaria (D.P.C.M. n. 12/2018) era tutt’altra cosa. Oggi non c’è più la ZES Abruzzo; vedremo cosa potrà fare la ZES unica per lo sviluppo della nostra Regione.
L’Abruzzo deve fruire di servizi moderni, se vuole crescere nella sua interezza. Ed è anche chiaro che pure le autostrade e le strade interne devono concorrere al flusso agevole delle merci e delle persone, in un territorio accidentato come quello dell’Abruzzo interno. Il mondo globalizzato ha bisogno di una politica intelligente e lungimirante”.
“In passato, per l’ ex Ministro dei Trasporti, Remo Gaspari, la modernità era l’autostrada; nel 2024, invece, si torna ad avere bisogno della modernizzazione dell’impianto ferroviario, come ha ricordato più volte l’ex Presidente della Regione Abruzzo, On. Luciano D’Alfonso.
Una ferrovia funzionante come si dovrebbe potrebbe spingere chi si è trasferito nella Capitale o nella costa adriatica a ritornare nelle nostre zone e a viaggiare, perché troppi studenti e troppi lavoratori sono stati costretti a trasferirsi per distanze poco rilevanti. Occorre assolutamente adeguare anche la tratta ferroviaria centrale Sulmona – Avezzano, oggettivamente la più problematica, realizzando un lungo tunnel tra Celano e Bugnara, come già ipotizzato da un vecchio studio del 2008.
Purtroppo gli espropri sono necessari per realizzare le infrastrutture. Anche quando fu costruita l’autostrada A24/A25 fu necessario bucare le montagne ed abbattere abitazioni e fabbricati.
I porti abruzzesi, potrebbero guardare al porto di Civitavecchia, ma anche a quello di Napoli. Non dimentichiamo che c’è anche il collegamento ferroviario Avezzano – Cassino. Dal porto di Napoli le merci, attraverso le tratte ferroviarie Napoli – Cassino e Cassino – Avezzano, potrebbero raggiungere la Marsica e proseguire verso i Balcani riallacciandosi alla tratta ferroviaria Roma – Pescara.
Sarebbe bene, adeguare anche la linea ferroviaria Avezzano – Cassino. Il raddoppio della tratta ferrovia Pescara – Roma è fondamentale anche per il decollo dell’Interporto di Avezzano attualmente inutilizzato, più volte inaugurato e mai decollato.
Dunque la Politica vera faccia qualcosa di concreto per le aree interne dell’Abruzzo e non si limiti soltanto a promettere.
Facciamo perciò appello a tutti coloro che hanno responsabilità politiche e amministrative dell’Abruzzo affinché si adoperino concretamente per la crescita reale dell’economia e della vita sociale della nostra intera Regione e non solo di una parte di essa“, concludono.