Si è svolta ieri a Lodi una nuova udienza del processo sul deragliamento del treno Frecciarossa avvenuto a Livraga il 6 febbraio 2020.
L'udienza ha proseguito l'ascolto dei testimoni della difesa, iniziato nella precedente sessione del 14 gennaio.
Sono stati sentiti tre dipendenti di Alstom Ferroviaria, tra cui due system program manager e un dirigente dell’azienda che aveva prodotto l’attuatore difettoso.
Questo componente, installato sui binari nelle prime ore di quella tragica giornata con due cavi invertiti, fu la causa dell'incidente.
Lo schianto costò la vita ai due macchinisti e provocò il ferimento di altre 31 persone.
Dalle testimonianze è emerso che l’errore di cablaggio rappresentava, a detta degli addetti, un caso eccezionale e imprevedibile, mai riscontrato prima.
"Non era mai successo né che qualcuno avesse segnalato un errore di questo tipo, né che gli operai di Rfi ne avessero mai riscontrati in passato", hanno dichiarato i testimoni.
Alstom, per garantire la sicurezza, si affidava alle cosiddette prove di concordanza, test condotti da RFI in cui due operatori - uno in prossimità dei binari e l’altro dalla sala operativa - verificavano insieme lo stato dell’attuatore.
Tuttavia, come emerso nelle udienze precedenti, queste verifiche non venivano eseguite correttamente.
Inoltre, all’interno di Alstom non era mai stato considerato il rischio di un errore di cablaggio né stabilite procedure per correggerlo.
Anche gli operai di RFI sembravano privi di istruzioni operative precise per affrontare un simile problema.
Dopo l’incidente di Livraga, le prove di concordanza sono diventate parte obbligatoria della formazione per gli operai di RFI, sebbene restino dubbi su come venissero trattate prima della tragedia.
La prossima udienza è fissata per l'11 febbraio.
Fonte Il Giorno