Il Regionale Veloce 4514 in partenza da Roma Termini alle 17 non effettuerà più la fermata di Orte alle 17.45.

A breve, dunque, quel treno proseguirà diretto verso le stazioni umbre di Narni, Terni, Spoleto e Foligno bypassando la città della regione della Capitale. 

La decisione, annunciata ieri dall’assessore regionale umbro ai Trasporti Francesco De Rebotti, rappresenta la prima conseguenza di un braccio di ferro che rischia di trasformarsi in una vera e propria “guerra dei treni tra regioni”.

La scelta è infatti una risposta alla serie di “no” incassati dalla Regione Umbria durante l’incontro di lunedì scorso con Lazio, Toscana, RFI e Trenitalia.

Quel Regionale delle 17 da Termini è finanziato dall’Umbria, e la sosta a Orte era stata concessa per agevolare i pendolari del comprensorio amerino e, in parte, quelli del nord del Lazio, tra Orte e Viterbo.

«Una decisione presa con grande rammarico — spiega De Rebotti — ma la fermata non ha ricevuto alcun concreto supporto che ne garantisse la conferma, generando al contrario pesanti problemi di sovraffollamento».

Nel vertice di lunedì, l’assessore si è visto respingere la richiesta di aumentare le carrozze sui treni più affollati, nonostante la disponibilità della Regione a finanziare l’operazione con fondi propri.

Un secondo rifiuto è arrivato da Trenitalia, che — pur con una timida apertura da parte di RFI — ha bocciato la proposta di accoppiare più convogli per le tratte comuni più frequentate, da separare poi lungo i rispettivi percorsi.

Il progetto prevedeva di partire con due treni accoppiati da Roma fino a Orte, per poi proseguire un convoglio verso Firenze e l’altro verso Ancona.

L’unica concessione ottenuta, comunicata ieri, riguarda l’aggiunta di una carrozza al Regionale Veloce 4106 in partenza da Termini alle 17.20, con fermate a Orte (18.02), Attigliano (18.14), Alviano (18.22), Orvieto (18.36), Allerona (18.45) e Fabro (18.54).

«Speriamo sia un primo passo verso una fase di collaborazione e ricerca di soluzioni efficaci», ha commentato De Rebotti, sottolineando tuttavia come il risultato resti «profondamente deludente e insoddisfacente».

Tutte le proposte avanzate dall’Umbria per ridurre i disagi dovuti ai lavori del Pnrr e alla saturazione della linea ferroviaria sono state di fatto bocciate: niente sconti per i pendolari, nessuna possibilità di utilizzare gli abbonamenti standard sui treni di categoria superiore, nonostante la disponibilità della Regione a coprire parte dei costi.

Inoltre, come già detto, gli Intercity 596 e 598 diretti a Orvieto continueranno a viaggiare sulla Linea Lenta. L’unico segnale positivo arriva dalla conferma, sostanzialmente invariata, dell’orario ferroviario invernale.

Un’ulteriore difficoltà attende però i pendolari umbri: anche i nuovi ETR 108 da 200 km/h non potranno essere utilizzati in doppia composizione.

«Trenitalia — spiega Palazzo Donini — non aveva richiesto questa caratteristica nella gara d’appalto per i nuovi convogli. All’epoca, l’urgenza non consentì di valutarla... anche se, dopo otto anni dal contratto, nessun treno è ancora arrivato in Umbria».

Del resto due treni accoppiati consisterebbero in ben 16 elementi, un numero inevitabilmente complesso da gestire sotto tutti i punti di vista.

Dei 12 convogli ordinati, le consegne sono previste tra il 2026 e il primo semestre del 2027, quando la linea Direttissima sarà già sempre più congestionata dai servizi a mercato probabilmente anche con l'arrivo dei francesi di SNCF.

«RFI e Trenitalia hanno comunque mostrato disponibilità a proseguire il confronto, ma auspichiamo un approccio diverso», ha concluso De Rebotti.

Sulla stessa linea il capogruppo Pd in Consiglio regionale, Cristian Betti: «Le risposte ottenute dal vertice con Ferrovie dello Stato sono preoccupanti. L’assessore ha lasciato il tavolo con rammarico e frustrazione, sentimenti che comprendiamo e condividiamo. Ora servono soluzioni concrete per i cittadini umbri».