Le ferrovie secondarie del Piemonte continuano a essere al centro del dibattito pubblico tra progetti di riattivazione e ostacoli economici apparentemente insormontabili.
Due esempi emblematici emergono dalle vicende della Bra-Ceva (con diramazione Mondovì) e della Asti-Chivasso, entrambe sospese da anni e oggetto di discussione tra istituzioni e cittadini.
Nel caso della Bra-Ceva, la mozione per inserirla tra le tratte turistiche nazionali è passata all'unanimità nei consigli comunali dell'area, con il sostegno sia della maggioranza che dell'opposizione.
L'obiettivo è ottenere dal Ministero delle Infrastrutture il riconoscimento ufficiale della linea per un pieno recupero, utile sia al turismo che al trasporto di persone e merci.
La ferrovia, gravemente danneggiata dall'alluvione del 1994, è in gran parte inutilizzata da allora, eppure i sostenitori della sua riapertura ritengono che il valore storico e le potenzialità di sviluppo giustificherebbero i costi necessari alla sua ricostruzione, proprio nell’anno in cui si celebra il 150° anniversario dell’inaugurazione.
Diverso il destino della Asti-Chivasso, chiusa nel 2012 e riaperta solo per i treni storici nel 2022.
Nonostante le speranze dei sindaci e dei cittadini, il servizio regolare non riprenderà, a causa di costi ritenuti troppo elevati rispetto ai benefici stimati.
La Regione Piemonte ha calcolato che per ripristinare la linea sarebbero necessari oltre 50 milioni di euro, una cifra considerata insostenibile a fronte di un’utenza potenzialmente limitata.
Petizioni e raccolte firme non sono bastate a convincere le istituzioni, e l’entusiasmo iniziale per il ritorno dei treni d’epoca si è presto scontrato con la realtà delle difficoltà economiche.
Questi due esempi dimostrano come il tema delle ferrovie dismesse sia tuttora divisivo.
Da un lato, c’è la volontà di recuperare tracciati storici con possibili benefici turistici ed economici; dall’altro, pesano i vincoli di bilancio e le valutazioni sulla reale sostenibilità di queste operazioni.
La speranza di molti è che il recupero di alcune linee possa avvenire grazie a fondi nazionali o europei, per evitare che un patrimonio ferroviario di grande valore venga definitivamente perduto.