Continua a far discutere il progetto di raddoppio ferroviario della tratta Finale Ligure – Andora, nel Ponente ligure.
Se da un lato l’intervento è atteso da anni come occasione per modernizzare la mobilità regionale, dall’altro emergono forti critiche sulla reale funzionalità e sostenibilità del nuovo tracciato.
A sollevare dubbi è Europa Verde, che ha presentato martedì 2 settembre un’osservazione formale firmata da Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale, e Simona Simonetti, co-portavoce ligure del partito ambientalista.
"Un tracciato che aumenta i rischi e riduce l’utilità del servizio"
“La Liguria aspetta da tempo un serio investimento nel trasporto ferroviario che sia finalmente competitivo con l’automobile”, afferma Simonetti. “Il raddoppio della tratta è auspicabile, ma non può giustificare un tracciato privo di funzionalità e che aumenta il rischio alluvionale”.
Nel documento presentato, Europa Verde denuncia una serie di criticità ambientali e logistiche legate al nuovo progetto: il tracciato, spostato verso l’entroterra, violerebbe i piani di bacino regionali, aumenterebbe i rischi idrogeologici, attraverserebbe aree soggette a frane attive e quiescenti, interferirebbe con falde acquifere in una zona già colpita da carenza idrica e infrangerebbe la Legge Regionale 9/85, che tutela la riserva del Rio Torsero.
“Stazioni fuori dai centri abitati, così si perdono i pendolari”
Alle problematiche ambientali si sommano quelle funzionali. Europa Verde punta il dito contro la delocalizzazione delle stazioni ferroviarie fuori dai centri abitati, una scelta che potrebbe avere effetti disastrosi sull’utilizzo del servizio.
“Se il tempo per raggiungere la stazione supera i 15 minuti, l’uso del treno crolla drasticamente, come evidenziato da uno studio ISTAT”, prosegue Simonetti. “A Loano, ad esempio, la stazione verrebbe soppressa e sostituita con una fermata a Borghetto, fuori dal centro urbano. Una soluzione che danneggia pendolari e residenti”.
“Nel 1988 più treni di oggi: prima serve ripristinare l’offerta”
Secondo Europa Verde, prima ancora di investire nel raddoppio, sarebbe fondamentale ripristinare l’offerta ferroviaria che si è progressivamente ridotta negli ultimi decenni. Un dato su tutti: nel 1988 sulla tratta Genova – Albenga circolavano 26 treni al giorno, di cui 3 notturni. Oggi, quasi 40 anni dopo, sono appena 18, e nessuno notturno.
“Il Ponente ligure ha bisogno urgente di un trasporto ferroviario efficace, ma ciò è possibile già oggi, senza attendere anni di cantieri e senza aumentare i rischi per il territorio”, conclude Simonetti. “Serve una progettazione intelligente che metta al centro accessibilità, sicurezza e reale utilità per i cittadini”.