Il ministro degli Esteri polacco, Radosław Sikorski, ha definito i recenti sabotaggi sulla linea ferroviaria Varsavia-Lublino «un atto di terrorismo di Stato», sottolineando che l’intento era provocare vittime.

«Uno Stato straniero ha inviato sabotatori ben preparati», ha aggiunto, riferendosi al Gru russo, che «assume abitualmente subappaltatori sotto falsa bandiera».

Il primo ministro Donald Tusk ha parlato di atti «senza precedenti», attribuendoli alla Russia e indicando due presunti responsabili: due uomini ucraini collegati ai servizi segreti russi, già fuggiti dalla Polonia.

La linea colpita è strategica per il trasporto di aiuti umanitari e militari all’Ucraina.

I sabotaggi, avvenuti tra sabato e lunedì, hanno causato danni contenuti: a Mika un’esplosione ha danneggiato una carrozza, mentre a Puławy un morsetto metallico sui binari ha costretto un treno con 475 passeggeri a una frenata d’emergenza. Nessuno è rimasto ferito.

Tusk ha evidenziato che i due sospettati erano entrati dalla Bielorussia e vi sono già tornati. Il governo ha inviato l’esercito a ispezionare ferrovie e infrastrutture nell’est del paese.

Dal 2024, sono state arrestate 55 persone sospettate di sabotaggi pro-Russia, inclusi episodi come l’incendio del centro commerciale Marywilska 44.

Mercoledì Sikorski ha annunciato la chiusura dell’ultimo consolato russo operativo in Polonia, a Danzica, pur mantenendo attiva l’ambasciata a Varsavia.

La Russia ha negato ogni coinvolgimento. Secondo l’International Institute for Strategic Studies, i sabotaggi russi in Europa sono triplicati tra il 2023 e il 2024.