La storica compagnia merci di Lanciano, interamente controllata da TUA – l’Azienda unica di trasporto regionale abruzzese – ha ceduto ufficialmente ieri il 30% delle proprie quote alla cooperativa marchigiana TransAdriatico di Grottammare.

L’ingresso del nuovo socio privato ha portato nelle casse di Sangritana una liquidità di circa 2,5 milioni di euro, offrendo una boccata d’ossigeno a un’azienda che oggi conta poco meno di cento dipendenti.

Si tratta di una scelta ritenuta strategica e necessaria per il futuro della società: lo stesso presidente della Regione, nelle scorse settimane, aveva spiegato come l’operazione fosse indispensabile per superare la crisi aziendale, aggravata dal calo dei volumi merci e dal ricorso alla cassa integrazione nell’agosto 2024.

Il nuovo assetto societario ha comportato anche l’ampliamento del Consiglio di Amministrazione, che passa da tre a cinque membri.

TransAdriatico, attiva da oltre trent’anni nel trasporto su gomma di merci pericolose a livello nazionale (carburanti, prodotti chimici, criogenici), esprimerà tre componenti, incluso l’amministratore delegato, tra cui figura il presidente Natalino Mori.

Il socio pubblico TUA manterrà due seggi: la presidenza resterà a Fausto Memmo, già amministratore unico, mentre Tonia Paolucci, assessore comunale, entrerà come componente in quota rosa.

La nuova composizione del CdA – con una maggioranza di tre membri su cinque in mano al socio di minoranza – alimenta le ipotesi di una futura cessione della maggioranza di Sangritana.

La società lancianese, conosciuta per la propria attività di impresa ferroviaria nei servizi merci convenzionali e intermodali, potrà ora contare sull’esperienza di TransAdriatico nel trasporto su gomma, aprendo la strada a una possibile integrazione logistica multimodale.

I dettagli dell’accordo e le strategie per il rilancio saranno illustrati lunedì prossimo, a Lanciano, in una conferenza stampa.

Una cosa è certa: l’Abruzzo ha ceduto una parte strategica del proprio sistema di trasporti a un partner privato, una mossa che la politica regionale considera un passo obbligato per salvare la Sangritana dalla crisi.