Il prestito di 70 milioni ritenuto illegittimo dal Consiglio di Stato non è più iscritto nel bilancio delle Ferrovie del Sud Est.
Mercoledì scorso il consiglio di amministrazione ha provveduto a dare attuazione alla sentenza di agosto, chiedendo nel contempo la convocazione dell’assemblea dei soci.
Ora tutto passa attraverso il Gruppo FS, che resta proprietario al 100% della compagnia pugliese fino a quando il ministero delle Infrastrutture non riceverà dal Consiglio di Stato i chiarimenti richiesti tramite l’Avvocatura sulle modalità di esecuzione della sentenza.
Quel che rimane da capire è infatti se l’annullamento del decreto di trasferimento della società che è stato stabilito dalla sentenza agostana comporti necessariamente il ritorno nelle mani del ministero come era prima della cessione a FS.
La correzione nei conti comporta che la società abbia l’obbligo di ricostituire il capitale, pena la messa in liquidazione.
Quest'ultima, tuttavia, pare essere una possibilità remota.
Da qualche anno la società è infatti finanziariamente sana, produce utili e ha in bilancio una riserva da circa 20 milioni.
Salvarsi, insomma, non è impossibile ma prima deve essere chiarito il nodo della proprietà.
Ferrovie del Sud Est gestisce la principale rete ferroviaria concessa italiana ma ha anche un servizio su gomma molto remunerativo.
Il contratto di servizio con la Regione Puglia, rinnovato fino al 2032, vale circa 50 milioni di euro l’anno.
L’efficientamento dei costi operativi ha già consentito di portare la gestione in equilibrio, ma con un ulteriore sforzo si recuperare il valore del prestito restituito per il salvataggio della società.
Nell'attesa di capire di chi sia la proprietà della compagnia, la situazione sui binari e sulle strade rimane fluida.
Fonte La Gazzetta del Mezzogiorno