Ferrovie del Sud Est è salva. Il Tribunale di Bari ha omologato il piano di ristrutturazione e gli accordi con i creditori, chiudendo una lunga crisi iniziata nel 2015, quando la società pugliese fu ceduta al gruppo FS con un intervento da 70 milioni di euro promosso dal ministro Graziano Delrio.

Il caso è esploso anni dopo, quando la Corte di giustizia europea ha giudicato quell’operazione un aiuto di Stato illegittimo, annullando di fatto il trasferimento e costringendo FSE a rinunciare ai fondi statali previsti dalla Finanziaria 2016.

Il consiglio di amministrazione ha quindi creato un fondo rischi da 73 milioni, che ha generato perdite per oltre 130 milioni di euro.

Da lì è partito il piano di salvataggio: il 31 dicembre 2024 è stata presentata un’istanza di concordato “in bianco”, seguita a maggio dal piano di ristrutturazione approvato dai giudici.

Il piano prevede la nascita di una newco interamente controllata da FS, che assorbirà attività e personale. La vecchia FSE diventerà una "bad company", contenente solo i debiti.

La nuova società sarà operativa dal 1° gennaio 2026. Il piano garantisce il pagamento integrale dei debiti entro cinque anni, tutelando continuità aziendale, occupazione, servizio pubblico e investimenti per 1 miliardo di euro, anche con fondi Pnrr.

FS è il principale creditore (94,9 milioni), mentre in cassa ci sono 196 milioni.

Tuttavia, Sil, Anav e Cotrap si oppongono al piano: criticano il mancato scioglimento dei contratti e il prestito ponte mai rientrato. L’avvocato di Sil, ha annunciato ricorso. I creditori hanno 30 giorni per presentare opposizioni.