“Salvini si ponga il problema di far funzionare i treni e di fare il ministro dei Trasporti, non deve rispondere a me, né io a lui”.
Queste le dichiarazioni del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, a margine di una iniziativa della Flc-Cgil.
“Da un certo punto di vista la rivolta sociale è una questione democratica, non è che noi facciamo sabotaggi o vogliamo sabotare qualcuno.
La rivolta sociale – prosegue – significa che le persone attraverso la mobilitazione, lo sciopero, il voto democratico col referendum provano a cambiare le condizioni e noi siamo quelli che vogliono far funzionare meglio i treni.
Vorrei ricordare al ministro come al Paese che i lavoratori e le lavoratrici dei settori pubblici hanno più volte scioperato proprio per chiedere che venga fatta quella manutenzione preventiva, che vengano fatti quegli investimenti per far funzionare meglio tutti i servizi. Il mondo del lavoro sta proprio da questa parte.
Il governo e Salvini si assumano le responsabilità e facciano le cose che finora sostanzialmente non hanno fatto, perché sotto gli occhi di tutti la scarsa manutenzione che viene fatta, gli investimenti che non vengono realizzati, la necessità di aumentare anche gli stipendi per le persone che lavorano e di tutelare anche la sicurezza”.
Per il segretario “tutto quello che sta avvenendo dimostra che oggi l’emergenza nel nostro Paese non è quello di costruire il ponte sullo Stretto di Messina. Quelle risorse andrebbero oggi investite e spese per garantire quei servizi e quel funzionamento della mobilità che nel Paese ancora non sono garantiti”.
Intanto per le 18.30 di oggi è prevista l'informativa del ministro Matteo Salvini alla Camera sui problemi riguardanti il traffico ferroviario.
Quella al Senato è prevista invece per domani, mercoledì, alle 15,30. Lo si legge in una nota del Mit.