Durante il viaggio può capitare di imbattersi in un forte temporale, ma che la pioggia arrivi anche dentro al treno non dovrebbe essere la norma.

Eppure è quanto accaduto mercoledì 20 agosto sul Frecciabianca 8623 Torino–Roma, affidato all’ETR 485 n.34 che in realtà fa parte del brand Frecciargento, un elettrotreno nato nel 1997 negli stabilimenti Fiat Ferroviaria di Savigliano. Ventotto anni di servizio alle spalle, un’età ormai importante per un convoglio che oggi mostra tutti i suoi limiti.

I passeggeri hanno documentato con video - in basso - e foto la scena: corridoi bagnati, sedili zuppi d’acqua e intere carrozze rese impraticabili da infiltrazioni che, secondo quanto ricostruito, sarebbero iniziate all’altezza di Marina di Cerveteri.

Un episodio che ha costretto il personale a spostare i viaggiatori rimasti “sotto la pioggia” in altri posti asciutti, mentre il treno, zavorrato anche dai temporali lungo la linea, ha accumulato 83 minuti di ritardo, arrivando a Roma poco prima della mezzanotte.

«È stata offerta assistenza a bordo con generi di conforto», ha spiegato Trenitalia in una nota, aggiungendo che le stesse misure sono state garantite all’arrivo.

L’episodio, per quanto singolare e certamente isolato, non sorprende chi conosce la storia degli ETR 485.

Nati come evoluzione dei Pendolino di prima generazione, questi convogli hanno rappresentato per anni il volto moderno della lunga percorrenza veloce italiana. Prima Eurostar AV, poi Frecciargento, hanno percorso innumerevoli chilometri sulle linee ferroviarie italiane, adattandosi a un servizio che negli anni ha cambiato nome e standard.

Oggi, però, i 485 sono convogli stanchi: l’usura si manifesta non solo in termini estetici, ma anche nella tenuta delle strutture e degli impianti, per quanto la sicurezza sia sempre garantita. 

L’episodio della pioggia interna è solo il sintomo più evidente di un materiale rotabile ormai arrivato a fine carriera. In un contesto in cui l’Alta Velocità ha ridefinito le aspettative di comfort e affidabilità, il Frecciargento con i vecchi ETR 485 appare sempre più come un compromesso al ribasso.

Se i treni hanno un’anima, quella di questi Pendolino ha dato molto e chiede ora il meritato riposo.

Dopo 27 anni di onorato servizio, è giunto il momento di pensare seriamente al loro pensionamento, sostituendoli con materiale più moderno, sicuro in termini di affidabilità e confortevole. Perché viaggiare in Italia non deve mai significare, letteralmente, “restare a mollo”.