La prospettiva, tutt’altro che remota, di una chiusura della tratta ferroviaria Ponte nelle Alpi–Calalzo di Cadore dopo i Giochi Olimpici Invernali ha acceso i riflettori sulla mobilità dell’area dolomitica.
A rilanciare la questione è Luca Frescura, presidente nazionale dell’associazione Giovani&Futuro, che interviene duramente sulla possibile sospensione del servizio, chiedendo un'azione politica forte e condivisa a tutela del collegamento ferroviario.
“Alla luce di quanto sta emergendo dagli organi di stampa e del rischio concreto che la tratta venga dismessa nel post-Olimpiadi, ho chiesto a Thomas, in qualità di sindaco di Danta di Cadore, di presentare alla prossima assemblea dei sindaci un ordine del giorno per una presa di posizione netta a favore del mantenimento della linea”, dichiara Frescura.
Una notizia che scuote le terre alte del Bellunese, già messe a dura prova da un 2025 critico per la viabilità, tra cantieri infiniti sulla SS51 Alemagna, frane e disagi da traffico estivo.
La possibile chiusura del collegamento ferroviario con Calalzo, storico terminale del trasporto su rotaia nelle Dolomiti, apre un nuovo fronte di preoccupazione tra cittadini, pendolari e amministratori.
Dopo le dure parole del PD Belluno Dolomiti, che ha bollato l’ipotesi come “inaccettabile e inconcepibile”, arriva la ferma presa di posizione di Giovani&Futuro, movimento giovanile molto attivo sulle tematiche del territorio.
A guidare la battaglia sarà Thomas Menia Corbanese, sindaco di Danta e vicepresidente nazionale dell’associazione, che ha già annunciato l’intenzione di portare il tema all’ordine del giorno della prossima assemblea dei sindaci.
“Stiamo lavorando – afferma Corbanese – per predisporre un documento condiviso che impegni i Comuni a difesa della linea.
Il trasporto pubblico in provincia è da anni in sofferenza: la ferrovia può e deve essere un’infrastruttura su cui investire. Integrare treno e gomma significherebbe meno traffico, più efficienza e collegamenti diretti con il capoluogo regionale e provinciale.
Le Olimpiadi dovrebbero rilanciare i servizi, non segnare la loro fine.”
Un messaggio chiaro, che mette in discussione anche la tanto annunciata legacy olimpica, al momento percepita più come un esercizio di stile che come una reale opportunità per le aree interne.
“Quella dei Giochi – ribadisce Frescura – doveva essere l’occasione per ammodernare la nostra rete ferroviaria. Invece rischiamo una chiusura a partire dall’orario estivo 2026. Una doccia fredda per un territorio che ha bisogno di connessioni, non di isolamento.
Come Giovani&Futuro non resteremo a guardare: serve un fronte comune per evitare che le nostre montagne vengano tagliate fuori dalla mappa ferroviaria nazionale.”
In un momento in cui l’Italia discute di mobilità sostenibile e coesione territoriale, il rischio di perdere una linea ferroviaria strategica come la Ponte nelle Alpi–Calalzo rappresenta un segnale preoccupante. E la battaglia, da oggi, è ufficialmente iniziata.