
Ancora un passaggio in salita per il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina.
La Corte dei conti ha deciso di non registrare il decreto relativo alla convenzione tra il Ministero delle Infrastrutture e la società Stretto di Messina, rinviando l’esame in sede collegiale a causa di alcune riserve sollevate dal magistrato delegato.
Come riportato su “la Repubblica”, la magistratura contabile ha già espresso parere negativo anche sul visto di legittimità della delibera Cipess.
Il prossimo appuntamento è fissato per il 17 novembre, quando verranno analizzati gli elementi critici dell’atto e si deciderà se procedere con la registrazione o rigettare definitivamente la convenzione.
Nel frattempo, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha incontrato i rappresentanti dei Consigli nazionali di architetti, ingegneri, geometri e geologi per un confronto sulle priorità delle professioni tecniche.
Durante il tavolo, si è discusso della necessità di una legge delega per la riforma del Testo unico delle costruzioni, un impegno che il ministro ha assicurato di voler sostenere personalmente.
Tutte le parti hanno concordato sull’importanza di mantenere un dialogo costante, basato su cooperazione, trasparenza e responsabilità, anche in relazione alla rigenerazione urbana e alle norme sull’equo compenso.

Il governo punta sul “visto con riserva”
L’esecutivo guidato da Giorgia Meloni attende ora la pubblicazione delle motivazioni che hanno portato al mancato visto di legittimità, ma è pronto a muoversi rapidamente.
Una norma consente infatti al Consiglio dei ministri di presentare una nuova richiesta motivata alla Corte dei conti.
Se le riserve dei magistrati contabili dovessero persistere, la Corte potrebbe apporre un “visto con riserva” al provvedimento, in base all’articolo 25 del Testo unico 1214 del 1934, un decreto di epoca fascista ancora in vigore.
Le opposizioni: “Liberare le risorse per opere urgenti”
Sul fronte politico, il Partito democratico ha presentato una serie di emendamenti per riorientare i fondi destinati al Ponte.
Il senatore Antonio Nicita, primo firmatario, propone di utilizzare 550 milioni di euro per un “attraversamento dinamico” dello Stretto e di spostare i 5,5 miliardi di euro del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) verso infrastrutture considerate più urgenti per Sicilia e Calabria.
«È assurdo — ha dichiarato Nicita — che si blocchino risorse dei siciliani e dei calabresi per un’opera ancora sotto giudizio della Corte dei conti su molti aspetti critici. Il governo potrà eventualmente prevedere nuove risorse nella legge di bilancio del 2027, ma intanto bisogna sbloccare i fondi per interventi necessari e attesi da anni».