La proposta che arriva dal Canton Ticino di reintrodurre un rappresentante delle Ferrovie Svizzere alla stazione Centrale di Milano suona decisamente provocatoria, ma evidenzia un problema concreto: i disagi frequenti che i passeggeri dei treni diretti in Svizzera devono affrontare. 

La presenza di un rappresentante delle Ferrovie Svizzere a Milano potrebbe essere un modo per garantire maggiore assistenza e coordinamento, soprattutto in caso di problemi o ritardi che coinvolgano i treni internazionali.

La proposta avanzata al Corriere del Ticino, non arriva da un viaggiatore qualsiasi ma da Remigio Ratti, economista ticinese, ex consigliere nazionale del Partito Popolare Democratico ed ex direttore generale della Radiotelevisione svizzera di lingua italiana e risulta ancora più incisiva se contestualizzata nella sua esperienza diretta.

Ratti, che conosce bene il sistema ferroviario italiano e quello svizzero, ha infatti vissuto in prima persona le difficoltà legate ai frequenti disagi nei trasporti tra Milano e la Svizzera.

In particolare, il 26 novembre, dopo aver affrontato un viaggio a Milano, doveva tornare in Svizzera con il treno TiLo RE 80 25530 delle 18.43, che però è stato soppresso.

In seguito a questo inconveniente, ha cercato di prendere un altro treno, l’EuroCity 334 delle 18.10, che era ancora fermo al binario.

“Sono salito confidando che sarebbe partito attorno alle 19, stando a quanto comunicato, e invece dopo due ore io e gli altri passeggeri eravamo sempre lì, fermi, immobili», ha poi chiosato Ratti.

Che poi ha puntato pesantemente il dito sulla disorganizzazione totale della stazione e della comunicazione ai passeggeri disorientati e bloccati a terra: “In tanti parlavano di un altro treno fermo sulla linea – ha raccontato Ratti – ma non saprei dire se queste persone si riferissero al TiLo del pomeriggio. Sono andato perfino al vagone ristorante in cerca di qualcuno che potesse darci informazioni.

Lì ci è stato detto di scendere perché il treno, il nostro treno, nel frattempo era stato soppresso e doveva essere rimosso dal binario.

Un centinaio di persone, se non di più, compresi non pochi bambini, che non sapevano cosa fare” per ore.

Infine la proposta-sfogo inoltrata al Corriere del Ticino: “È ora di smetterla di dire che è colpa di questo o quell’altro, direi che è giunto il momento di reintrodurre un rappresentante delle FFS in pianta stabile alla stazione Centrale di Milano, qualcuno che possa e sappia dialogare continuamente con il personale italiano”.

L’atteggiamento del personale delle Ferrovie italiane è da denunciare – ha concluso – Ribadisco: ci vuole una presenza svizzera nella stazione di Milano, come ai tempi.

C’è un funzionario a Berna che si occupa delle relazioni con l’Italia ed è una persona indubbiamente molto gentile, ma temo si faccia metter via come si suol dire. E allora, è giunto il tempo di reagire”.

L’esperienza diretta di Ratti sottolinea la frustrazione che molti passeggeri devono affrontare a causa dei disservizi.

In questo contesto, la sua proposta di reintrodurre un rappresentante delle Ferrovie Svizzere alla Stazione Centrale di Milano appare come una risposta a un bisogno di maggiore coordinamento e supporto per i viaggiatori.