La ferrovia della Valsugana torna protagonista del dibattito politico e infrastrutturale trentino. Il Consiglio provinciale ha approvato all’unanimità la mozione presentata dal consigliere Paolo Zanella (Pd), che impegna la Giunta a lavorare per un potenziamento complessivo della linea, attualmente interessata dai lavori di elettrificazione.
Tra gli obiettivi: valutare la fattibilità del raddoppio dei binari, introdurre corse serali fino alle 23 e migliorare accessibilità e intermodalità delle stazioni.
Il contenuto della mozione
Nel testo approvato, Zanella evidenzia come la ferrovia della Valsugana rappresenti un’infrastruttura chiave per sottrarre traffico alla SS47 e favorire una mobilità più sostenibile. Oggi, la linea ha raggiunto il limite massimo di corse possibili con l’attuale tracciato a binario unico, da qui la proposta di un raddoppio come soluzione strutturale.
La mozione chiede anche di aprire un confronto con RFI e Trentino Trasporti per rivedere gli orari dei treni, rendendoli più funzionali alle esigenze dei pendolari e delle principali aziende del capoluogo, e di potenziare il servizio serale per favorire i rientri di lavoratori e studenti.
Altro punto centrale riguarda l’accessibilità delle stazioni, con interventi su marciapiedi e barriere architettoniche per rendere il servizio fruibile anche da persone con disabilità, famiglie e ciclisti.
La Giunta è inoltre invitata a sollecitare il Ministero delle Infrastrutture e RFI per completare e finanziare l’elettrificazione fino a Bassano del Grappa, e a collaborare con Regione Veneto e Provincia di Vicenza per un protocollo d’intesa sul raddoppio e la rettifica della linea, valutandone la sostenibilità economica anche attraverso il Fondo Comuni Confinanti.

Ampio consenso in aula
La proposta ha trovato consenso trasversale in aula.
«Il contenuto della mozione è condivisibile perché in linea con le azioni già avviate», ha commentato l’assessore ai trasporti Mattia Gottardi, annunciando il parere favorevole della Giunta.
Francesco Valduga (Campobase) ha sottolineato la necessità di sviluppare alternative concrete al trasporto su gomma, mentre Roberto Stanchina ha posto l’attenzione sull’impatto dei passaggi a livello, in particolare nella zona di Pergine, dove il traffico generato dalle sbarre alimenta da tempo le richieste di interramento — per ora escluse da RFI.
Sostegno è arrivato anche dai banchi della maggioranza: Roberto Paccher (Lega) ha votato a favore, apprezzando l’approccio pragmatico del testo, e Carlo Daldoss (FdI) ha auspicato una visione più ampia, «magari sognando un giorno un collegamento diretto fino a Venezia attraverso la Val di Sole».
Tra speranze e realismo
L’approvazione della mozione segna un passo politico importante, ma la strada per il raddoppio resta lunga. La fattibilità tecnica ed economica dovrà essere verificata: un primo studio, elaborato dall’ingegnere bassanese Alberto Baccega, aveva stimato un costo di circa 1,2 miliardi di euro, pari a cinque volte l’investimento previsto per l’elettrificazione (circa 250 milioni).
Cifre elevate, ma non irraggiungibili per un progetto che potrebbe attrarre fondi europei o essere sostenuto da RFI. Le difficoltà maggiori riguardano alcuni tratti complessi, come quello tra Grigno e Primolano, dove il tracciato attuale lascia poco margine di manovra.
Intanto, la mozione ha riacceso l’interesse attorno al tema: anche il Comitato Mobilità Sostenibile Trentino – Alberto Baccega ha espresso il proprio sostegno all’iniziativa, riconoscendo nel raddoppio una condizione indispensabile per una Valsugana più veloce, efficiente e competitiva.