Non più omicidio volontario, ma resta l’accusa di omicidio colposo. 

La Procura di Ivrea ha concluso le indagini sulla tragedia ferroviaria di Brandizzo, in cui la sera del 30 agosto 2023 persero la vita cinque operai investiti da un treno mentre lavoravano sui binari.

Sono 24 gli avvisi di garanzia notificati: 21 a persone fisiche, tra cui vertici aziendali e tecnici, e 3 a società coinvolte nei lavori.

Nel registro degli indagati figurano, tra gli altri, i due ex amministratori delegati di Rete Ferroviaria Italiana (RFI), Vera Fiorani e Gianpiero Strisciuglio — quest’ultimo attualmente alla guida di Trenitalia — oltre ai vertici delle società Sigifer di Borgo Vercelli (per cui lavoravano le vittime), CLF di Bologna (che aveva subappaltato i lavori), e RFI stessa.

L’inchiesta esclude dunque l’ipotesi iniziale di omicidio volontario con dolo eventuale, ritenendo che non vi siano gli estremi per sostenere la volontarietà dell’azione.

Restano però contestati reati gravi come omicidio colposo e disastro colposo.

Secondo i magistrati, la tragedia sarebbe stata causata da una lunga catena di omissioni e violazioni delle procedure di sicurezza.

Nell’inchiesta si parla esplicitamente di “prassi consolidate” che prevedevano l’esecuzione di lavori di manutenzione sui binari in violazione dei protocolli: interventi effettuati con tempi di interruzione della circolazione ferroviaria troppo brevi, o addirittura senza alcuna interruzione del traffico ferroviario.

Tra gli indagati figurano anche gli unici due operai sopravvissuti all’incidente e diversi responsabili della sicurezza.

Le vittime — Kevin Laganà (22 anni), Michael Zanera (34), Giuseppe Sorvillo (43), Giuseppe Aversa (49) e Saverio Giuseppe Lombardo (53) — erano al lavoro lungo i binari quando furono travolti da un treno in transito a 157 km/h. Nessuno li aveva avvisati del passaggio del convoglio.

L’inchiesta della Procura, avviata subito dopo il disastro, ha ricostruito una filiera di responsabilità che, secondo gli inquirenti, ha consentito il verificarsi di una tragedia “evitabile”.

«Attendevamo da tempo la notizia la chiusura delle indagini sulla strage ferroviaria di Brandizzo – dichiara Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavoro – e ci auguravamo, così come è stato, che arrivasse prima del prossimo anniversario della tragedia, che anche quest’anno commemoreremo con la ‘Settimana del Lavoro Sicuro’, insieme a Istituzioni e sindacati: era doveroso nei confronti dei familiari delle cinque vittime».

«Ci congratuliamo con la Procura di Ivrea – aggiunge Quirico – per aver svolto in tempi rapidi un lavoro di indagine sicuramente molto complesso, completato nonostante le note carenze di organico.

Ora speriamo si celebri presto il processo, per il quale l’associazione Sicurezza e Lavoro intende costituirsi parte civile».

«Occorre fare chiarezza – conclude il direttore di Sicurezza e Lavoro – e intervenire sulle cause della strage: sui binari delle ferrovie italiane si è continuato a morire dopo il disastro di Brandizzo, come dimostrano i casi di Meina e di San Giorgio di Piano, senza che nulla sia cambiato per quanto riguarda le manutenzioni ferroviarie».

Foto di repertorio