All’indomani del nuovo guasto nel nodo di Milano, che ha paralizzato la rete ferroviaria italiana per ore, e sul quale FS sembra aver aperto un'inchiesta interna, emerge ora una sconcertante ipotesi sulle cause dell’inconveniente tecnico del 2 ottobre. Quello di cui è stato per tanto tempo ritenuto responsabile un chiodo.
Ora, a distanza di mesi, la verità completa è emersa dalle inchieste interne del Gruppo FS.
Inizialmente, l’intera responsabilità di quanto accaduto, era stata imputata a un operaio di una azienda esterna incaricata della manutenzione, che aveva piantato un chiodo bucando la canalina dove passavano i fili elettrici che alimentavano la stazione di Roma Termini, compresa la sala operativa.
La versione del chiodo era stata subito sposata dal ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, e confermata due settimane dopo da RFI che aveva condotto una inchiesta interna, decidendo anche di revocare l’appalto alla ditta di manutenzione in cui lavorava l’operaio che aveva piantato il famigerato chiodo dove non doveva.
E tuttavia, fin da subito, erano stati in pochi a credere alla versione del chiodo con cui era stato chiuso pubblicamente l’incidente del 2 ottobre.
Restava infatti soprattutto una domanda senza risposta: come mai non era scattato l’allarme sulla elettricità saltata facendo intervenire immediatamente i tecnici che invece per ore non sono arrivati sul posto?
I sistemi di sicurezza, infatti, hanno procedure per cui in caso di incidenti simili deve scattare l’allarme grazie a molte centraline appositamente installate che hanno il compito di inviare un sms e di telefonare sia a dirigenti del gruppo addetti alla sicurezza che agli stessi tecnici in grado di accorrere per riparare il danno.
Solo nelle settimane successive, secondo quanto risulta ad Open, si è trovata l’incredibile risposta.
Tutte le sim inserite nelle centraline di allarme avevano da tempo esaurito il credito, ed erano state disattivate in automatico come ben noto dal contratto con gli operatori telefonici.
Di conseguenza niente sms e niente telefonate per avvisare i dirigenti e i tecnici addetti alla sicurezza.
Lo stesso Ad del Gruppo FS, Stefano Donnarumma, è rimasto piuttosto sconcertato dalla spiegazione ricevuta.
Il dirigente ha chiesto di cercare e punire con sanzioni disciplinari chi doveva curare i rinnovi di quelle sim e non l’aveva fatto.
Inconveniente dopo inconveniente, l’Ad Donnarumma, da poco nominato, sembra abbia perso la sua proverbiale pazienza e si sia ormai convinto della necessità di fare saltare alcune teste rinnovando notevolmente l’esercito di dirigenti e responsabili del gruppo.
Qualcosa di ben più grande del rimpasto di cui si vocifera già da qualche tempo.
Fonte Open.