Una giornata da incubo, quella di ieri, lungo la linea ferroviaria Tirrenica meridionale.
A causare il blocco totale della circolazione è stato l’investimento di una donna nei pressi di Praia a Mare, un evento tragico che ha innescato ritardi a catena su tutta la direttrice.
Nemmeno le Frecce sono state risparmiate: il Frecciarossa 8418 da Reggio Calabria Centrale a Venezia Santa Lucia, direttamente coinvolto nell’investimento, ha chiuso la sua corsa con 547 minuti di ritardo, ossia 9 ore e 7 minuti, stabilendo il primato negativo della giornata.
Tra tutti, però, il convoglio che ha vissuto la situazione operativa più complessa è stato l’Intercity Notte 1963, diretto a Siracusa.
Il treno era partito regolarmente da Milano Centrale alle 20:12 del 12 novembre, viaggiando senza particolari criticità fino ad Attigliano, nel viterbese. A Orte è arrivato con 70 minuti di ritardo, un recupero ancora possibile grazie alla traccia molto ampia prevista per i servizi notturni.
La situazione è precipitata più a sud. Il treno ha raggiunto Sapri alle 9:12 del 13 novembre con 81 minuti di ritardo, proprio mentre la circolazione veniva interrotta per il tragico investimento avvenuto a Praia a Mare. Da lì, l’Intercity è rimasto fermo fino alle 15:23, accumulando 444 minuti di ritardo, pari a 7 ore e 24 minuti.
È probabile — anche se non abbiamo conferme ufficiali — che i passeggeri siano stati fatti scendere proprio a Sapri e riprotetti su mezzi alternativi più veloci, mentre il treno proseguiva poi la corsa in condizioni particolari.
Ripartito nel primo pomeriggio, il convoglio ha lentamente riconquistato la linea, arrivando infine a Siracusa alle 00:09 del 14 novembre, con 501 minuti di ritardo, cioè 8 ore e 21 minuti oltre l’orario previsto.
Nel complesso, l’Intercity Notte 1963 ha impiegato 27 ore e 57 minuti per percorrere la distanza Milano–Siracusa: praticamente tre giorni solari, considerando che il viaggio è iniziato il 12 e si è concluso dopo la mezzanotte tra il 13 e il 14, seppur per pochi minuti.
Episodi drammatici come un investimento hanno certamente una gestione complessa e richiedono tutte le cautele del caso, ma è inevitabile chiedersi come sia possibile che un singolo evento — pur gravissimo — riesca ancora a paralizzare un’intera direttrice nazionale per così tante ore, generando ritardi monstre su decine di treni.
Un sistema moderno dovrebbe essere in grado di garantire sicurezza e, al tempo stesso, maggiore resilienza, evitando che migliaia di viaggiatori restino ostaggi di un caos di queste proporzioni.