Prosegue l’attività di razionalizzazione del parco rotabili, con nuovi invii a demolizione che negli ultimi giorni hanno interessato una varietà di mezzi ormai giunti al termine della loro carriera. 

Due convogli, entrambi provenienti dal Sud, sono in viaggio verso San Giuseppe di Cairo, direzione Vico, sede ormai consolidata per lo smaltimento dei rotabili radiati.

Il primo trasferimento è stato affidato alla E.464.086 in livrea XMPR, che ha condotto verso il capolinea operativo una composizione mista formata da quattro carrozze e tre automotrici a nafta.

Le carrozze, tutte ampiamente protette da lamiere su porte e finestrini, comprendevano una MDVE 50 83 21-87 168-5, una UIC-X 50 83 19-78 027-8 e due MDVC 50 83 21-86 782-4 e 50 83 21-86 925-9, unità che per decenni hanno rappresentato l’ossatura dei servizi regionali italiani.

Completavano il treno tre automotrici diesel ormai fuori servizio: la ALn 668.3109 del 1980, la ALn 668.3227 del 1982, entrambe di costruzione Fiat Ferroviaria, e la ALn 663.1146, prodotta invece nel 1984.

Si tratta di rotabili che hanno plasmato il trasporto sulle linee secondarie per quasi mezzo secolo, ora definitivamente superati dai convogli di nuova generazione.

Il secondo treno ha visto invece protagonista la E.402B.139, sempre in livrea XMPR, alla trazione di otto carrozze Eurofima in livrea Intercity Giorno grigio chiaro con fascia rossa.

Le vetture coinvolte — 61 83 29-90 026-9, 023-6, 862-7, 028-5, 016-0, 601-9, 599-5, 017-8 — rappresentano un’altra pagina ormai conclusa della storia dei servizi Intercity, essendo state progressivamente accantonate in favore di materiale più moderno.

Elemento di particolare rilievo nella composizione era però la E.656.005, inserita in seconda posizione.

Come anticipato nei giorni scorsi, anche questa "storica" locomotiva è entrata nel ciclo degli invii a demolizione.

Appartenente alla prima serie e riconoscibile per il caratteristico coprigiunto, la macchina fu costruita da Sofer-Italtrafo nel 1976 e chiude oggi una carriera lunga 49 anni, durante i quali ha trainato praticamente ogni tipologia di treno.

È inoltre nota per aver guidato, il 15 febbraio 1980, la corsa prova della E.633.001 — poi E.632.001 — tra Trofarello e Genova, episodio che nel suo piccolo ne sancisce il valore nella storia tecnica della trazione elettrica italiana.

Questi nuovi invii confermano il ritmo serrato con cui il parco storico - in questo caso inteso come datato - viene progressivamente dismesso.

Ogni treno diretto a San Giuseppe di Cairo rappresenta un pezzo di storia che si chiude: carrozze, automotrici e locomotive che hanno segnato il trasporto ferroviario per generazioni lasciano spazio a mezzi più moderni, mentre i loro numeri e ricordi restano patrimonio degli appassionati e della memoria tecnica del settore.