Il governo della Lettonia sta valutando la possibilità di smantellare alcune sezioni della rete ferroviaria che collegano il Paese alla Russia.

La conferma è arrivata il 26 novembre, al termine del consueto incontro settimanale tra il Presidente Edgars Rinkēvičs e la Primo Ministro Evika Siliņa.

L’esecutivo analizzerà entro la fine dell’anno tutte le informazioni tecniche e strategiche riguardanti l’eventuale rimozione della linea ferroviaria lungo il confine orientale, con il supporto delle Forze Armate Nazionali e in coordinamento con gli altri Stati baltici, Lituania ed Estonia.

Secondo Rinkēvičs, una decisione più chiara potrà arrivare all’inizio del 2026.

La crescente tensione ai confini orientali spinge Riga a considerare diverse opzioni per rafforzare la sicurezza nazionale, fra cui anche la rimozione dei binari ancora collegati al territorio russo — un’infrastruttura oggi utilizzata in modo marginale, soprattutto per il traffico merci.

Il Presidente ha tuttavia invitato alla prudenza: “Non possiamo escludere alcuna misura, ma occorre definire tempistiche, portata degli interventi e impatti socio-economici”. Ha inoltre criticato il clima generato sui social network, dove il dibattito sarebbe caratterizzato da “molte emozioni e poca razionalità”.

Le autorità confermano che nessuna decisione definitiva sarà presa prima del prossimo anno.

Nel frattempo, il governo completerà la valutazione tecnica e strategica entro dicembre.

La vicenda sta suscitando forte attenzione soprattutto nella regione di Latgale, più vicina al confine russo, dove — denuncia Rinkēvičs — “mancano informazioni chiare”, con il rischio di alimentare timori e disinformazione.