Il collegamento ferroviario tra Torino e Ceres, atteso da anni, dovrebbe tornare operativo nel 2026, ma, come abbiamo già documentato, con un aspetto che ha già sollevato discussioni: per percorrere l’intera tratta sarà necessario effettuare un cambio di treno a Germagnano.

La spiegazione arriva dall’Agenzia della Mobilità piemontese: da quel punto in poi inizia il tratto montano della linea, caratterizzato da curve strette e forti pendenze, dove i convogli “Rock” attualmente in uso risulterebbero troppo pesanti per garantire la sicurezza dell’esercizio.

Per coprire gli ultimi otto chilometri fino a Ceres verranno quindi impiegati mezzi più leggeri, ancora da individuare.

Restano tuttavia diverse incertezze sulla gestione del servizio: non sono ancora stati definiti i modelli dei nuovi treni, né gli orari o la frequenza delle corse, che dovranno comunque essere coordinati con quelli dei “Rock”.

In commissione, Andrea Stanghellini dell’Agenzia della Mobilità piemontese ha assicurato che «ci saranno», rispondendo ai dubbi sollevati dai consiglieri sui programmi operativi.

Con tono ironico, il consigliere comunale torinese Valentino Magazzù (Pd) ha commentato: «Ma è già stata bandita una gara? O si pensa di trovare i treni leggeri su uno scaffale di negozio?».

Nel frattempo proseguono i lavori di adeguamento della linea, finanziati con 60 milioni di euro provenienti dai fondi Pnrr.

Nelle prossime settimane, per consentire gli interventi di banalizzazione e l’aggiornamento dei sistemi di circolazione, Trenitalia ha programmato interruzioni nei fine settimana dell’11-12 e del 25-26 ottobre.

Durante questi periodi, il servizio sarà garantito da autobus sostitutivi tra Torino Rebaudengo e Germagnano, con fermate in corrispondenza delle stazioni intermedie. I treni delle linee SFM 6, 7 e 4 termineranno invece la corsa a Torino Stura.