Lo scorso martedì 29 luglio, pochi minuti prima della riunione del consiglio di amministrazione della società Stretto di Messina – incaricata della realizzazione del ponte sullo Stretto – il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha dichiarato che l’obiettivo del governo è approvare il progetto definitivo entro la prossima settimana e avviare i cantieri entro l’estate.
Non si tratta della prima previsione di questo tipo: da oltre un anno, il via libera al progetto viene annunciato come imminente.
Il passaggio chiave per l’avvio dei lavori dipende dal Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess), organo a cui spetta l’approvazione definitiva delle risorse destinate alla costruzione di grandi opere pubbliche.
Per il ponte sullo Stretto, il governo ha previsto un investimento complessivo di 13,5 miliardi di euro.
Anche in caso di approvazione da parte del Cipess, la procedura non si concluderebbe con immediatezza.
La delibera dovrà essere esaminata dalla Ragioneria generale dello Stato e successivamente sottoposta al controllo della Corte dei Conti, prima della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
In media, tali delibere richiedono circa due mesi per diventare esecutive.
Nel frattempo, martedì la società Stretto di Messina ha approvato alcuni atti relativi ai contratti con Eurolink, consorzio guidato da Webuild a cui è affidata la realizzazione dell’opera.
Si tratta di documenti considerati secondari rispetto alla delibera del Cipess, la cui convocazione non è ancora stata fissata.
La situazione appare sostanzialmente immutata rispetto all’estate del 2023.
Dalla primavera dello stesso anno, sono state numerose le scadenze annunciate dal ministro Salvini e dalla società coinvolta, tutte sistematicamente disattese.
Le aperture dei cantieri erano state previste inizialmente per l’estate 2024, poi posticipate entro fine anno, quindi alla primavera 2025, successivamente a giugno, poi a luglio e ora genericamente entro l’estate 2025.
Nel maggio 2023, durante la conferenza stampa di presentazione del decreto per il rifinanziamento della società, il ministro aveva dichiarato: «È un impegno che in questo momento siamo assolutamente in grado di mantenere».
Le aspettative sono però state ridimensionate in breve tempo, dando il via a una serie di rinvii che hanno coinvolto non solo l’apertura dei cantieri, ma anche l’approvazione del Cipess, inizialmente attesa entro la fine del 2023.
Nel marzo scorso, intervenendo alla Camera, il ministro Salvini ha evitato di fornire date precise, limitandosi ad affermare che il progetto sarebbe arrivato “presto” al Cipess.
Il 21 maggio, il sottosegretario con delega al comitato, Alessandro Morelli, aveva parlato di una conclusione del percorso burocratico “entro un paio di settimane”.
Lo scorso 24 giugno, Salvini ha indicato luglio come termine per l’approvazione.
Martedì è giunta una nuova dichiarazione, definita “definitiva” dal ministro: entro la fine della settimana è prevista una riunione “pre-Cipess”, mentre l’approvazione vera e propria dovrebbe arrivare entro la prossima. Tuttavia, la data della riunione non è ancora stata comunicata.
Sempre martedì, l’amministratore delegato della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, ha dichiarato che con l’approvazione del Cipess sarà formalizzata anche la dichiarazione di pubblica utilità dell’opera, necessaria per l’avvio degli espropri.
Secondo le stime, circa 250 abitazioni nella zona di Torre Faro – all’estremità settentrionale del promontorio di Messina – dovrebbero essere demolite.
Ciucci ha assicurato che gli espropri saranno avviati con gradualità e “massima attenzione”, ma le sue parole non sembrano aver rassicurato le numerose persone contrarie al progetto.
Fonte Il Post