Non si arresta il dibattito intorno al Ponte sullo Stretto di Messina.

In un’intervista rilasciata a ilSussidiario.net durante il Meeting di Rimini, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha ribadito con forza l’impegno del Governo sulla realizzazione dell’opera, definendola “un risultato decisivo” e annunciando che la posa della prima pietra potrebbe avvenire a breve.

“Avere la maggioranza è una condizione indispensabile, ma non sufficiente: servono anche coraggio, determinazione e visione. Noi abbiamo dimostrato di averli”, ha dichiarato Salvini, sottolineando il valore strategico del progetto non solo per il Mezzogiorno, ma per l’intero sistema economico italiano.

Secondo uno studio indipendente condotto da Open Economics, infatti, i benefici economici derivanti dalla costruzione del Ponte si estenderebbero ben oltre Sicilia e Calabria.

A trarne vantaggio, secondo l’analisi, sarebbe soprattutto la Lombardia, regione tra le più industrializzate del Paese, che beneficerebbe di nuove opportunità per imprese e lavoratori del Nord.

Ombre internazionali: gli Stati Uniti mettono in guardia

Ma sul progetto si allunga l’ombra di una possibile frizione internazionale.

Secondo quanto riportato da Bloomberg, gli Stati Uniti avrebbero espresso perplessità sul possibile inserimento delle spese per il Ponte all’interno del conteggio per gli investimenti NATO, nel tentativo – da parte dell’Italia – di raggiungere il target del 2% del PIL per la difesa.

A chiarirlo è Matthew Whitaker, ambasciatore USA presso la NATO, che in un’intervista ha affermato: “Ho avuto conversazioni anche oggi con alcuni Paesi che stanno adottando una visione molto ampia della spesa per la difesa. È molto importante che l’obiettivo del 2% si riferisca specificamente a spese militari e correlate”.

Un richiamo, quello americano, che arriva proprio mentre Roma valuta se conteggiare parte dei costi del Ponte come investimento strategico anche ai fini della sicurezza nazionale, in un’ottica di mobilità militare e logistica europea.

Un progetto al centro del dibattito

La questione del Ponte sullo Stretto resta dunque più che mai aperta: un’infrastruttura che divide sul piano politico ma che continua a essere al centro di un’intensa attenzione mediatica e istituzionale.

Da una parte l’ambizione di un’opera destinata a cambiare il volto dei collegamenti tra Nord e Sud; dall’altra i nodi legati a risorse, priorità e approvazione internazionale.

Il prossimo passaggio chiave? La tanto attesa posa della prima pietra, che – almeno secondo il ministro Salvini – potrebbe essere imminente.