La Procura generale di Novi Sad ha incriminato tredici persone, tra cui l’ex ministro dei trasporti Goran Vesić e l’ex direttrice delle infrastrutture ferroviarie Jelena Tanasković, per il crollo della pensilina della stazione ferroviaria di Novi Sad.
L'incidente è avvenuto il 1° novembre 2024 ed è costato la vita a sedici persone, oltre a provocare un ferito grave.
L’accusa riguarda gravi crimini contro la sicurezza generale, in particolare l’utilizzo della stazione nonostante fossero in corso lavori di ristrutturazione senza i necessari permessi, la mancata manutenzione dell’edificio e gravi irregolarità nella progettazione e nell’esecuzione dei lavori.
Tra gli imputati figurano anche progettisti, tecnici e responsabili della supervisione e dell’esecuzione dei lavori.
La Procura ha chiesto la detenzione preventiva per tutti, ritenendo che vi sia il rischio di disordini pubblici e di recidiva, oltre a proporre il divieto di ricoprire incarichi simili e l’obbligo di coprire tutte le spese processuali.
Un primo atto di accusa era stato presentato a dicembre 2024, ma ad aprile la Corte superiore aveva disposto ulteriori indagini per chiarire meglio alcuni aspetti, conclusesi a settembre 2025.
Parallelamente, Vesić, Dimovski e Nebojša Šurlan - ex direttore generale del gestore delle infrastrutture ferroviarie serbe - sono coinvolti in un’altra inchiesta condotta dalla Procura per la criminalità organizzata, relativa a un presunto caso di corruzione che avrebbe causato un danno di 115 milioni di dollari al bilancio statale durante il progetto di ricostruzione della ferrovia tra Novi Sad e il confine con l’Ungheria.
Anche l’ex ministro Tomislav Momirović risulta indagato. Vesić e Momirović erano stati inizialmente arrestati, ma successivamente la detenzione è stata commutata in arresti domiciliari.