La notizia che la Fondazione FS Italiane abbia restaurato altre due locomotive D.445 in livrea Verde Magnolia e Isabella, anziché nella livrea Navetta come ci si sarebbe aspettato, ha suscitato molti commenti tra appassionati e addetti ai lavori.
Tra i molti che, come noi, non comprendono l'avversione verso questa combinazione di colori, alcuni la giustificano ritenendo che la ragione sia piuttosto semplice: la scarsità di carrozze da abbinare a una locomotiva Diesel in Arancione e Viola, fatta eccezione per quelle destinate ai treni regionali, che però non sarebbero adatte per un treno storico o turistico.
Tuttavia, chi ha un po' di esperienza sa che le cose non stanno esattamente così.
Non intendiamo affermare che le D.445 Navetta non siano state concepite per certi tipi di servizi e carrozze, ma il loro utilizzo su altri segmenti è stato ben più frequente e duraturo di quanto si possa immaginare.
Per verificarlo, basta una breve ricerca online o consultare riviste dell’epoca. O, come faremo noi, rinfrescare la memoria con qualche esempio, senza pretese di elencare tutti i servizi che hanno visto protagoniste queste macchine.
Fino a quando non è stata elettrificata - era il 30 maggio 1996 -, la sezione di Adriatica tra Bari e Lecce era percorsa quotidianamente da D.445 nei colori Navetta che prima di lasciare il passo a un locomotore elettrico trainavano gli Intercity con le carrozze Gran Confort e UIC-Z o gli Espressi notturni con le carrozze letti e cuccette.
Andando più a ovest e spostandoci anche in avanti con gli anni, fin quando erano previste le antenne, treni come l’Intercity “Velia” (Roma) - Lamezia Terme - Catanzaro Lido - Reggio Calabria venivano trainati tra Lamezia Terme e Reggio Calabria dalle D.445 Navetta che al seguito avevano anche in questo caso le Gran Confort per la sezione di prima classe e le UIC-Z per quella di seconda anche se erano piuttosto frequenti le circostanze in cui si utilizzava la prima tipologia di vetture anche declassata.
Rimanendo in Calabria, sempre sulla Jonica le D.445 Navetta - ovviamente in turno promiscuo con le unità della prima serie - erano le titolari dei treni notturni che insistevano su Crotone e su Reggio Calabria con al seguito carrozze per servizi notte incluse le UIC-X o le 1957/1959T.
Situazione analoga avveniva in Sardegna dove era possibile vederle, ad esempio, alla testa dell’Espresso “Turritano” composto anche in questo caso da carrozze Tipo UIC-X.
Il loro raggio d’azione non si limitava poi certamente solo al Sud o alle isole. Basti pensare ai treni effettuati nel cuneese dove più volte sono state utilizzate - anche in occasioni speciali - davanti a vetture UIC-Z o nel Novarese, sulla Domodossola pre-elettrificazione.
E se tutto questo ancora non fosse sufficiente, consigliamo un giro sul web un po’ approfondito per vederle anche trainare carrozze Corbellini in Grigio Ardesia a metà anni ’80. Servizi certamente non abituali ma accaduti e documentati.
In conclusione, l’idea che queste locomotive possano essere abbinate solo a vetture per treni regionali non regge, così come la critica alla livrea Navetta, che è parte della storia ferroviaria del nostro Paese.
Va ricordato che la prima unità costruita dalle Reggiane - la D.445.1036 - fu consegnata nel 1981, rendendo questa livrea storica a tutti gli effetti, con oltre 43 anni di storia alle spalle.
Un po’ più di considerazione, a nostro avviso, la meriterebbe senza ombra di dubbio.