Luigi Ditella, Segretario Generale della Filt Cgil Basilicata, ha presentato alla II Commissione consiliare permanente del Consiglio regionale della Basilicata la situazione critica delle linee ferroviarie nella regione, con un focus sulle chiusure programmate di alcune tratte Trenitalia.
Durante l’audizione, Ditella ha esposto le preoccupazioni riguardo all’impatto sociale ed economico di queste chiusure, che minacciano di isolare ulteriormente alcune aree della Basilicata.
Ditella ha sottolineato come la riduzione dei collegamenti ferroviari non solo comprometterebbe la mobilità dei residenti, ma inciderebbe negativamente anche sull’accessibilità della regione, penalizzando il turismo e rallentando lo sviluppo economico locale.
La Filt Cgil ritiene fondamentale preservare e potenziare le infrastrutture di trasporto per sostenere la crescita regionale e garantire servizi essenziali alla popolazione.
Questa audizione rappresenta un passo cruciale per sensibilizzare le istituzioni regionali e cercare soluzioni alternative che possano salvaguardare la connettività della Basilicata, in un contesto in cui il mantenimento delle linee ferroviarie è visto come una componente strategica per il territorio.
“In particolare – ha precisato – dal mese di dicembre ci sarà la chiusura della linea Potenza-Foggia con conseguente ridimensionamento del personale.
In Basilicata – ha riferito Ditella – siamo circa 50 tra macchinisti e capotreni che nel periodo di sospensione del servizio recepiranno solo lo stipendio base senza indennità.
Stigmatizziamo l’atteggiamento dell’azienda la quale rinvia sistematicamente un incontro da noi richiesto per intavolare un dialogo costruttivo. Abbiamo inviato un documento dettagliato all’assessore alle Infrastrutture Pasquale Pepe con alcune soluzioni prospettate, tra le quali l’attivazione di alcuni servizi sulla fascia jonica al fine di ridistribuire quei chilometri-treni sospesi per garantire le giornate lavorative ai dipendenti lucani.
La Basilicata – ha ricordato Ditella – è titolare di un contratto di servizio con Trenitalia per un ammontare di circa 1.7 milioni di chilometri, con una previsione di incremento di 2.4 milioni di chilometri entro il 2027 a fronte di un corrispettivo di 32 milioni di euro.
Ma di questo corrispettivo soltanto una minima parte ne beneficia la regione in termini di ricaduta occupazionale in quanto la produzione, la manutenzione e la gestione del personale è in service alla Puglia, e di tutti i chilometri treno pagati dalla Regione soltanto 700 mila li effettua il personale lucano, il restante è distribuito fra Puglia e Campania”.
Nel documento inviato all’assessore Pepe il segretario generale della Filt Cgil ha sottolineato che “lo stato attuale del trasporto regionale Basilicata di Trenitalia prevede 14 giornate per “il macchina” e 16 per “il bordo” a fronte di 27 macchinisti e 22 capotreni. Considerando il coefficiente di sostituzione, al personale lucano dovrebbero essere assegnate 18 giornate per il macchina e 16 per il bordo.
Inoltre, se tutti i servizi fossero assegnati alla Basilicata, per il personale lucano a regime ci verrebbero circa 50 macchinisti e 50 capotreno, oltre al personale per la gestione. Questo produrrebbe un impianto di produzione e gestione con una importante ricaduta occupazionale. Ci sarebbe quindi una immissione nel sistema economico lucano di grandi risorse.
A partire da dicembre – ha aggiunto Ditella – si rischia di vedere ridotte ulteriormente le giornate lavorative per la chiusura della Potenza- Melfi- Foggia perché la produzione Campania non vuol restituire le giornate pagate dalla Basilicata e che le furono assegnate temporaneamente nel periodo Covid, così come la Puglia le giornate effettuate dal personale di Taranto.
Lo stesso Lucania Express non è effettuato dal personale lucano e, attualmente, la Regione Basilicata paga tre coppie di treno Foggia- Rocchetta interamente nel territorio pugliese, per un servizio dunque effettuato da personale pugliese senza che un solo lucano possa usufruirne.
A fronte di una chiusura di linea programmata, infine, i materiali acquistati dalla Regione Basilicata girerebbero su altri impianti e in altri territori. Abbiamo chiesto all’assessore l’intervento della sede centrale di Trenitalia per restituire nell’immediato le giornate della Basilicata e garantire la continuità lavorativa del personale in forza a Potenza.
La nostra proposta è di valutare l’istituzione della produzione Basilicata per gestire la totalità dei chilometri con personale lucano pagato dal contratto di servizio della Regione.
La vertenzialità nel settore dei trasporti – ha concluso Ditella – ha raggiunto un punto preoccupante fra mancanza di risorse sui rinnovi dei contratti, mancati investimenti e questione sicurezza tanto da portare i ferrovieri della produzione Basilicata a uno storico sciopero nella giornata del 5 novembre su quasi tutti i servizi nella fascia oraria 9 -17.
Siamo vittime di un sistema che vede la Basilicata sostenere i costi di gestione, produzione, manutenzione, e direzione ma non avere nessun interlocutore con cui parlare, con un direttore di Trenitalia completamente assente sia fisicamente sia nelle relazioni sindacali del territorio, nonostante il contratto di servizio preveda la direzione in Basilicata.
Continuiamo a non aver risposte ma solo insulti da parte della dirigenza Trenitalia su nostre legittime richieste di chiarimenti sul futuro dell’impianto di Potenza che risulta sempre più nebuloso.
Un atteggiamento non degno della gloriosa storia delle Ferrovie dello Stato e di una storia di accordi sindacali e relazioni industriali fatte nel rispetto delle parti.
Temiamo che questo scatto d’orgoglio dei lavoratori lucani porti l’azienda a penalizzare ulteriormente il nostro impianto con una diminuzione non giustificata di giornate assegnate nella ripartizione alla produzione Basilicata.
È tempo, come dice il segretario Landini, di una rivolta sociale perché non possiamo continuare ad essere trattati come figli di un Dio minore”.