La Commissione europea lancia un monito contro le porte girevoli tra Trenitalia e Rete ferroviaria italiana (Rfi).
A riportarlo su L’Espresso è il giornalista Sergio Rizzo, secondo cui l’esecutivo Ue avrebbe inviato una lettera al governo italiano datata 27 giugno.
L’oggetto della comunicazione è chiaro: «Possibile inosservanza della direttiva 2012/34/Ue che istituisce uno spazio ferroviario europeo unico».
Tra i destinatari figurano tre membri del governo Meloni: il vicepremier Matteo Salvini (Infrastrutture), Antonio Tajani (Esteri) e Tommaso Foti (Affari europei).
Il trasferimento di Strisciuglio da Rfi a Trenitalia
Nel testo, di cui Sergio Rizzo ha diffuso i contenuti in esclusiva su L’Espresso, la Direzione generale mobilità e trasporti della Commissione europea richiama l’Italia per il presunto aggiramento delle regole Ue riguardanti il passaggio di Gianpiero Strisciuglio da amministratore delegato di Rfi a numero uno di Trenitalia, operatore del trasporto ferroviario passeggeri.
Secondo Bruxelles, tale nomina risulterebbe in violazione delle normative europee. Per questo motivo, si legge ancora nella lettera inviata a Roma, «in assenza di una risposta soddisfacente alle domande rivolte nella lettera su questa vicenda», «la Commissione può decidere di avviare un procedimento di infrazione».
Il vincolo dei due anni e il suo aggiramento
Come sottolinea ancora Rizzo, il passaggio di Strisciuglio non contrasterebbe solo con la normativa europea, ma anche con quella italiana.
Il decreto legislativo 112 del 2015 — adottato proprio in recepimento della direttiva oggi al centro della contestazione — stabilisce infatti: «I responsabili dell’adozione di decisioni sulle funzioni essenziali non possono ricoprire, per un periodo di ventiquattro mesi da quando cessano nelle proprie funzioni, alcun ruolo all’interno delle imprese ferroviarie operanti sulla relativa infrastruttura».
In sostanza, devono trascorrere due anni tra un incarico in una società che gestisce l’infrastruttura e un’altra attiva nel trasporto, al fine di prevenire conflitti d’interesse.
Le domande della Commissione europea
Per giustificare la nomina di Strisciuglio alla guida di Trenitalia, l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni avrebbe presentato pareri secondo cui l’ex ad di Rfi non avrebbe mai assunto «decisioni sulle funzioni essenziali» dell’azienda, nonostante ne fosse amministratore delegato.
Tuttavia, la spiegazione non ha convinto Bruxelles, che ora chiede chiarimenti al governo italiano e prospetta una possibile procedura di infrazione.
La replica del Gruppo FS
«Il Gruppo FS ha provveduto ad effettuare una istruttoria approfondita e solida prima di intraprendere la scelta di nominare l’Ing. Strisciuglio alla guida di Trenitalia dopo essere stato AD di RFI.
L’organizzazione adottata nel tempo dalle società del Gruppo ha garantito quanto prescritto dalle norme vigenti e reso possibile tale incarico.
Il Gruppo FS e le società controllate renderanno disponibili alle autorità competenti tutti gli elementi utili alla chiara rappresentazione del processo e delle decisioni adottate», precisa una nota del gruppo inviata ad Open.