Per quanto non sia ancora ufficiale, nel 2026 FS e Anas si separeranno, ponendo fine al progetto di un polo unico delle infrastrutture nato sette anni fa, che era rimasto sostanzialmente sulla carta.

A confermare l’imminente divorzio è stato l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Stefano Donnarumma, durante la presentazione del Piano Strategico 2025-2029.

Le sinergie con Anas sembravano possibili, ma non si sono mai realizzate – ha spiegato –. Dopo il divorzio, potremo concentrarci totalmente sul nostro focus: i treni e i binari, non le strade”.

Lo scorporo è sostenuto dalla Lega, attraverso un emendamento alla Manovra a prima firma Tilde Minasi, che prevede il trasferimento gratuito delle azioni Anas al ministero dell’Economia una volta approvato il bilancio FS 2025.

L’operazione avverrà tramite girata dei certificati azionari e non comporterà alcun corrispettivo. Anas manterrà il suo cda fino alla naturale scadenza e continuerà a rispettare tutti gli accordi e le convenzioni sottoscritti prima della separazione.

Nel bilancio di FS, la partecipazione in Anas sarà azzerata e il patrimonio netto del gruppo si ridurrà dell’importo corrispondente al valore della società al 31 dicembre 2025.

Le opposizioni hanno già sollevato dubbi e chiesto chiarimenti, denunciando l’assenza di una strategia complessiva e chiedendo trasparenza sugli investimenti futuri.

In una nota, i parlamentari del PD sottolineano la necessità di valutare con attenzione le conseguenze giuridiche, economiche e occupazionali della separazione, richiedendo comunicazioni formali alle Commissioni competenti e il rispetto delle normative europee, dei principi di concorrenza e della tutela dei livelli occupazionali.