La Regione Piemonte accelera in vista del maxi processo sul disastro ferroviario di Brandizzo. È stato infatti approvato un contributo straordinario da 500 mila euro per realizzare una nuova aula giudiziaria a Ivrea, un intervento che passerà ora al vaglio della Commissione Bilancio e successivamente del Consiglio regionale.

A questa cifra si aggiungerà anche il sostegno del ministero della Giustizia.

La necessità di un nuovo spazio è considerata imprescindibile: le attuali aule del tribunale non sono in grado di accogliere un procedimento di tale portata, con 24 indagati, una trentina di parti offese, decine di avvocati e una mole documentale imponente. Servono inoltre ingressi separati, controlli di sicurezza potenziati e ambienti idonei a un flusso di persone molto superiore alla norma.

Secondo le prime indicazioni, la maxi aula sorgerà nel Meeting Point di piazza Mascagni, edificio che già ospita gli archivi del tribunale e della procura.

Parallelamente, la Regione sta valutando di costituirsi parte civile nel processo. Lo hanno annunciato il presidente del Piemonte Alberto Cirio e l’assessore agli Affari legali Gian Luca Vignale, ricordando come la scelta sia coerente con il ruolo istituzionale dell’ente nella tutela della sicurezza sul lavoro.

“In continuità con i processi Thyssen, Eternit e Mottarone – spiegano – vogliamo affermare la vicinanza alle famiglie delle vittime e ribadire l’impegno attivo della Regione nella prevenzione degli infortuni, un fenomeno drammatico e inaccettabile”.

La notte della tragedia

Mercoledì 30 agosto 2023, ore 23.47. Un treno in trasferimento verso Torino, con i vagoni vuoti, travolge cinque operai della Sigifer di Borgo Vercelli impegnati nella sostituzione di alcuni metri di rotaia.

Le vittime sono Kevin Laganà, 22 anni, e Giuseppe Saverio Lombardo, 52, entrambi di Vercelli; Michael Zanera, 34, di Borgo Vercelli; Giuseppe Aversa, 49, di Borgo d’Ale; e Giuseppe Sorvillo, 43, residente a Brandizzo.

Dalle ricostruzioni è emerso che gli operai non avrebbero dovuto trovarsi sui binari in quel momento. Per avviare i lavori, infatti, il responsabile di RFI Antonio Massa avrebbe dovuto ricevere l’autorizzazione dalla centrale di Chivasso, autorizzazione che la funzionaria Vincenza Repaci ha negato per tre volte consecutive.

Nonostante questo, la squadra scende sui binari proprio mentre il convoglio sopraggiunge a 160 km/h.

Si salvano solo Massa, la cosiddetta “scorta”, e Andrea Girardin Gibin, 53 anni, caposquadra della Sigifer: quest’ultimo racconta di aver visto un bagliore e di essersi gettato di lato appena in tempo, evitando l’impatto.

Una tragedia che oggi cerca giustizia in un processo tanto delicato quanto complesso, per il quale Ivrea si prepara ora con una struttura adeguata alla portata del caso.

Foto di repertorio