
La modernizzazione della linea Roma–Pescara diventa un caso politico destinato ad allargarsi, aprendo un fronte che coinvolge sia i livelli regionali sia quelli nazionali.
La discussione, già tesa, si è riaccesa dopo la seduta della commissione Vigilanza, dove il Partito Democratico ha sollevato dubbi pesanti: secondo i dem, i fondi necessari per completare l’intera opera «potrebbero non esserci», mentre la scelta di puntare sul riconoscimento dell’infrastruttura come spesa militare indicherebbe l’assenza di adeguate coperture.
Un’accusa che si inserisce nel contesto del recente faccia a faccia tra il presidente Marco Marsilio e il ministro della Difesa Guido Crosetto, incontro confermato dallo stesso governatore e mirato — come riportato da Il Centro — a ottenere «più risorse» per un progetto che vale almeno 10 miliardi di euro, con i primi lavori già avviati nel tratto Brecciarola–Manoppello.
Il Pd, attraverso il consigliere Antonio Di Marco, definisce la trasformazione della linea «un progetto progressivamente slittato verso una funzione bellica», esprime timori per le ricadute sulle aziende presenti lungo il tracciato e denuncia l’assenza del progetto definitivo relativo al lotto Scafa–Pratola Peligna.
Una lettura che trova sponda in Rifondazione Comunista, che parla apertamente di «militarizzazione dell’Abruzzo». Opposta la posizione della maggioranza, che respinge ogni interpretazione in chiave militare e difende la classificazione dell’opera come infrastruttura strategica.
A ribadire la linea del centrodestra interviene l’assessore regionale ai Trasporti, Umberto D’Annuntiis (FdI), che attacca: «Il Pd continua ad avversare la realizzazione della Pescara–Roma con dichiarazioni fuorvianti».

L’assessore smentisce l’idea di fondi mancanti e chiarisce che la programmazione per lotti è sempre stata parte della strategia: «Nessuno ha mai detto che tutte le risorse fossero disponibili da subito.
Il presidente Marsilio sta lavorando proprio per ottenere il riconoscimento della linea come infrastruttura strategica per la mobilità militare. Un elemento che valorizza l’investimento senza alcun legame con cannoni o carrarmati, ma finalizzato a rendere il territorio più resiliente e sicuro».
D’Annuntiis ricorda inoltre che gli stanziamenti destinati ai Comuni di Manoppello, Scafa, Alanno e Rosciano rappresentano appena l’1% dell’intervento complessivo e riguardano opere di urbanizzazione concordate con gli enti locali.
Sulle aziende coinvolte dal nuovo tracciato, l’assessore puntualizza che «Orsini e Blasioli hanno fornito solo ad agosto gli elementi necessari a Italfer». Quanto agli espropri, aggiunge: «Sono stati raggiunti accordi e tutti hanno ottenuto più del valore effettivo».
Il bilancio politico, per la Regione, è chiaro: «Per la prima volta si investono 960 milioni sulla Pescara–Roma e nessuna Giunta regionale li aveva ottenuti prima. Forse è questo che crea imbarazzo al Pd», conclude D’Annuntiis.