In Italia, un’opera fondamentale continua a prendere forma: la conservazione del patrimonio storico ferroviario. A guidare questa missione è soprattutto la Fondazione FS Italiane, che da anni si dedica al recupero, al restauro e alla valorizzazione dei materiali storici legati alle ferrovie del nostro Paese.

Elettrotreni, locomotori e carrozze d’epoca ma anche linee dismesse cariche di memoria: tutto viene preservato come testimonianza viva di un passato che ha contribuito a costruire l’identità nazionale.

Ma quella della conservazione del materiale ferroviario non è una prerogativa solo italiana.

In tutta Europa – dalla Germania al Regno Unito – esistono fondazioni, musei e associazioni che condividono lo stesso obiettivo: proteggere un’eredità culturale e industriale spesso sottovalutata, ma fondamentale per comprendere lo sviluppo economico e sociale del continente.

Oggi parliamo in particolare del recupero di due importanti treni storici il VT 18.16 in Germania e il TEE RAM nei Paesi Bassi.

La Germania riscopre un suo treno leggendario: al via il restauro del VT 18.16

Prosegue in tal senso a ritmo serrato il progetto “Un Treno per la Germania Centrale”, un’iniziativa dal forte valore storico e culturale che punta a riportare in vita uno dei simboli dell’ingegneria ferroviaria tedesca: il VT 18.16 della Deutsche Reichsbahn, noto anche con i nomi “Karlex”, “Vindobona” e “Neptun”.

L’obiettivo è ambizioso: rendere il treno nuovamente operativo e garantirne un utilizzo sostenibile nel lungo termine. A guidare l’iniziativa è la SVT Görlitz gGmbH, che ha concentrato i lavori sul BR 175.

Un traguardo importante è stato raggiunto il 17 maggio 2025, quando è stato effettuato il rollout della motrice VTa 18.16.10 insieme alla carrozza VMc 18.16.07.

Questo passo rappresenta un punto di svolta nel restauro tecnico ed estetico del treno, progettato originariamente dalla VEB Waggonbau Görlitz e presentato al grande pubblico durante la Fiera di Primavera di Lipsia del 1963.

Tutti gli appassionati possono contribuire attivamente al progetto attraverso donazioni.

SVT Görlitz: Storia di un treno, tanti nomi leggendari

“Il nome è suono e fumo”, ma anche “il nome è un presagio”: tra questi due estremi si muove la storia del leggendario SVT Görlitz, treno rapido della Deutsche Reichsbahn. Conosciuto con molte denominazioni, il convoglio rimane un simbolo dell’ingegneria ferroviaria tedesca.

Il nome “SVT Görlitz” deriva dal luogo di produzione, l’ex VEB Waggonbau Görlitz, e si rifà alla tradizione dei treni rapidi prebellici come il SVT Amburgo o Berlino. Sebbene non sia mai esistita una sigla ufficiale SVT nel sistema numerico storico, il termine identifica un treno rapido a motore termico (Schnellverbrennungstriebwagen).

Alla sua entrata in servizio nel 1963, il convoglio venne ufficialmente classificato come VT 18.16: “VT” per treno a motore termico, “18” per la potenza (1.800 CV totali, poi aumentati a 2.000 CV) e “16” per la velocità massima di 160 km/h.

Dal 1970, con l’introduzione della numerazione automatizzata, divenne Baureihe 175, poi 675 con la nascita della Deutsche Bahn AG.

Più dei codici tecnici, però, sono i nomi delle tratte a restare nella memoria collettiva:

Berlinaren (Berlino–Malmö)
Karlex (Berlino–Karlovy Vary)
Karola (Lipsia–Karlovy Vary)
Neptun (Berlino–Copenaghen)
Vindobona (Berlino–Vienna via Praga)
Sorbenexpress (Berlino–Bautzen)

Questi nomi non designavano specifici treni ma le linee servite, anche da mezzi diversi nel tempo. Tuttavia, sono rimasti indissolubilmente legati all’immagine del SVT Görlitz.

Il progetto attuale “Un treno per la Germania Centrale” punta a riportare in vita questa icona del trasporto ferroviario, unendo la memoria storica alla valorizzazione del territorio. Perché, per gli appassionati, i nomi di questi treni non sono “solo fumo”, ma ispirazione e identità.

Nei Paesi Bassi al via il salvataggio del TEE RAm: una corsa contro il tempo per il patrimonio ferroviario olandese

Sotto la guida di Quintus Vosman è nata la Trans Europ Express Foundation, che si prefigge l’obiettivo di salvare il TEE RAm (ex-NS 1003), un pezzo unico della storia ferroviaria olandese, rimasto senza casa dopo la chiusura del Museo dei Trasporti dei Paesi Bassi, avvenuta all’inizio dell’anno per mancanza di una nuova sede.

La fondazione ha già raccolto il 75% dei fondi necessari per l’acquisizione e il recupero del mezzo: manca solo un quarto del budget per completare l’operazione.

Gli appassionati e i sostenitori sono invitati a contribuire per preservare questo straordinario esempio di patrimonio su rotaia per le generazioni future.

Storia del Trans Europ Express: dalla gloria europea al restauro in Olanda

Negli anni '50, con l’obiettivo di collegare le grandi città dell’Europa occidentale con treni veloci e di lusso, nacque il Trans Europ Express (TEE), un’iniziativa lanciata su impulso dell’olandese F.Q. den Hollander e sostenuta da diverse compagnie ferroviarie del continente.

I Paesi Bassi, insieme alla Svizzera, svilupparono specifici convogli diesel – tre per le Ferrovie Olandesi (NS) e due per le Svizzere (SBB) – operativi dal 1957 su rotte internazionali come Amsterdam-Parigi e Zurigo-Amsterdam.

Questi treni erano unità multiple diesel composte da tre elementi e una vettura motorizzata. Le motrici furono costruite dalla Werkspoor, gli elementi dalla SIG (Schweizerische Industrie-Gesellschaft).

Entrarono in servizio nel 1957 e da allora hanno gestito vari servizi TEE tra Zurigo e Amsterdam via Strasburgo, Lussemburgo e Bruxelles, tra Amsterdam e Parigi, tra Zurigo e Parigi e tra Zurigo, Bregenz e Monaco.

Ritirati dal servizio europeo nel 1974, i treni furono venduti all’Ontario Northland Railway canadese, dove operarono fino al 1992.

Dopo anni di abbandono, nel 1997 l’associazione TEE Classics riportò in Europa cinque elementi, tutti ex-NS, con l’intento di restaurarli. Nel 2006, la fondazione olandese Stichting TEE Nederland assunse la proprietà dei vagoni, ma non riuscì a realizzare i progetti di restauro.

Nel 2020, a causa dei lavori alla stazione centrale di Amsterdam, i convogli furono trasferiti al Museo dei Trasporti di Nieuw-Vennep.

Per il trasporto furono necessari interventi tecnici e legali, come l’assegnazione di numeri EVN. Nel 2021, gli elementi furono infine spostati via camion e sistemati all’aperto nel museo.

All’inizio del 2025, con la chiusura annunciata del museo, è nata la Trans Europ Express Foundation, che ha avviato una raccolta fondi per salvare il treno. Supportata dal Fondo Culturale, la fondazione punta a restituire al TEE il suo antico splendore, trovandogli una nuova sede e completando il restauro.

Foto 3 © SVT Görlitz gGmbH  – Foto 4  © Trans Europ Express Foundation – Foto 5 Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported, 2.5 Generic, 2.0 Generic and 1.0 Generic license. Attribution: Jan Oosterhuis