Al momento, l'unica certezza sembra essere che Trenitalia stia dismettendo alcuni esemplari di Treni ad Alta Frequentazione.

Un ricambio del parco mezzi è comprensibile: si tratta di convogli che si avvicinano ai 30 anni di servizio, hanno subito un utilizzo intensivo, i pezzi di ricambio scarseggiano e, soprattutto, i nuovi treni destinati a sostituirli sono ormai numerosi.

Ciò che resta meno chiaro, almeno per noi, è la loro destinazione.

Cosa sappiamo al momento

Finora sappiamo che tre elementi del Treno n.28 sono stati avvistati su altrettanti bilici a Santa Marinella, lungo la via Aurelia a nord di Roma, mentre un altro si trova da qualche giorno in una piazzola di Settebagni, nei pressi del Grande Raccordo Anulare. Tutti appaiono abbondantemente tappati con lamiere o già in parte cannibalizzati.

Questo avrebbe potuto far pensare a un invio a demolizione a San Giuseppe di Cairo, anche se il trasporto su strada sarebbe insolito per treni che non ci risultano essere inamovibili.

Tuttavia, una recente novità ha riacceso l’ipotesi che questi convogli possano essere destinati al Marocco.

Una unità di testa del Treno n.28 sarebbe stata infatti avvistata sulla banchina del porto di Civitavecchia, apparentemente pronta per l’imbarco su una nave.

Non sappiamo con certezza se la sua destinazione possa essere l'Africa, ma a questo punto l’ipotesi non è da escludere.

I TAF in Marocco

Le ferrovie marocchine ONCF possiedono già 24 treni di questo tipo, consegnati a partire dal 2007. A differenza della loro controparte italiana, i TAF in Marocco operano su servizi di fascia alta, viaggiando a 160 km/h tra Fès e Casablanca e servendo la tratta rapida tra Casablanca e Rabat, ovviamente con interni adeguati a questo tipo di servizio.

Nel 2018, tuttavia, un convoglio in doppia composizione di questi treni è stato coinvolto in un grave incidente a 20 chilometri a nord di Rabat, causando vittime e feriti. Almeno uno dei due treni ha subito danni ingenti che dovrebbero avergli precluso il recupero.

Non è quindi da escludere che ONCF abbia deciso di acquisire uno o più TAF italiani per rimpiazzare quelli non più recuperabili, oppure semplicemente per utilizzarli come fonte di pezzi di ricambio.

Tutte ipotesi plausibili, ma per ora nessuna certezza. Se emergeranno novità, torneremo senz’altro sull’argomento.