La Commissione europea accelera sulla rivoluzione ferroviaria: meno treni regionali e più alta velocità, potenziando la rete esistente per garantire collegamenti più rapidi e competitivi. 

Un cambio di paradigma che punta a ridisegnare la mobilità su rotaia nel segno della sostenibilità, ma che rischia di rimanere incompiuto senza un adeguato sostegno finanziario.

Il nuovo documento presentato a Bruxelles non è un testo legislativo, ma una comunicazione d’indirizzo che raccoglie idee e proposte condivise con gli Stati membri, ai quali si chiede un contributo concreto — soprattutto economico. Perché, come ammette la stessa Commissione, le intenzioni non bastano se mancano le coperture.

Il costo della visione: fino a 546 miliardi per la rete AV europea

Costruire e modernizzare le infrastrutture ad alta velocità richiede “ingenti investimenti a lungo termine”. Il completamento della rete TEN-T, pianificato per il 2040, è stimato in circa 345 miliardi di euro, cifra che sale a 546 miliardi se si punta a una rete più ambiziosa, con velocità superiori ai 250 km/h entro il 2050.

Bruxelles avverte: i soli fondi pubblici non basteranno. Serviranno prestiti, garanzie e partnership pubblico-private, con il coinvolgimento della BEI e delle istituzioni finanziarie nazionali. L’obiettivo è ambizioso: arrivare a un “Accordo ferroviario ad alta velocità” nel 2026, con impegni congiunti per mobilitare le risorse necessarie.

Un’Europa più vicina (sulla carta)

L’Europa che viaggia su rotaia nel 2035, secondo la Commissione, sarà un continente dove Roma e Monaco saranno collegate in sei ore (contro le attuali nove e mezza), Berlino-Praga in quattro ore e mezza invece di otto, Madrid-Parigi in sei ore.

Il piano prevede di collegare tutti i principali nodi europei a velocità pari o superiori ai 200 km/h, eliminando entro il 2027 le “strozzature” tra reti nazionali. Il tutto in linea con le raccomandazioni del rapporto Letta sul rafforzamento del mercato unico.

La sfida del finanziamento e del mercato unico ferroviario

Per attrarre capitale privato servirà un quadro normativo più favorevole, con semplificazioni, possibili aiuti di Stato e nuove legislazioni europee dedicate.

Bruxelles promette anche interventi per creare un mercato dell’usato del materiale rotabile, sviluppare sistemi digitali per biglietteria e gestione del traffico, e migliorare il coordinamento tra i gestori delle infrastrutture.

“L’alta velocità ferroviaria è coesione in azione”, ha sintetizzato Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo per la Coesione e le Riforme, sottolineando come migliorare i tempi di percorrenza tra le capitali europee significhi rendere l’Europa “più unita ed efficiente”.

Biglietti, diritti e nuove regole per i passeggeri

L’alta velocità fa spesso rima con tariffe elevate, ma la Commissione assicura che un potenziamento dell’offerta porterà nel tempo a una riduzione dei costi per i viaggiatori.

Entro il 2026 è attesa una proposta di revisione del regolamento sui diritti dei passeggeri ferroviari, con l’obiettivo di garantire tutele uniformi per chi acquista biglietti integrati su un’unica piattaforma, indipendentemente dagli operatori o dai Paesi coinvolti.

Una prima, concreta mossa per incentivare l’uso dell’alta velocità e creare una nuova domanda di mobilità sostenibile. A patto, naturalmente, che l’Europa riesca a trovare le risorse per far partire davvero i suoi treni del futuro.