
Il mondo ferroviario svizzero è scosso da un caso senza precedenti: il direttore delle Ferrovie federali svizzere (FFS), Vincent Ducrot, è finito nel mirino dopo la decisione di affidare al gruppo tedesco Siemens la fornitura di almeno 116 nuovi treni a due piani, per un valore complessivo di 2,1 miliardi di franchi.
La scelta, che ha escluso il costruttore elvetico Stadler Rail, ha scatenato reazioni violentissime, come riportato dal settimanale SonntagsBlick.
Secondo il settimanale, il manager friburghese avrebbe ricevuto minacce di morte e pesanti accuse anonime di “tradimento”, circostanze che hanno reso necessario un rafforzamento immediato della sicurezza personale.
FFS e fedpol: massima cautela, ma bocche cucite
Le FFS confermano al giornale di aver preso «molto sul serio» le reazioni ostili, pur evitando qualsiasi commento aggiuntivo sulla vicenda.
Anche l’Ufficio federale di polizia (fedpol) mantiene la massima riservatezza: l’ente si limita a sottolineare che le misure di protezione vengono adeguate in base al livello di minaccia, senza entrare nel merito del caso.
Stadler annuncia ricorso
Sul fronte industriale, la decisione continua a far discutere.
Stadler Rail, esclusa dalla commessa in favore del concorrente tedesco, ha già comunicato l’intenzione di presentare ricorso contro la scelta delle FFS, aprendo di fatto un nuovo capitolo in una vicenda che promette di restare al centro dell’attenzione nelle prossime settimane.