L'aumento del traffico merci, in particolare su gomma, e la saturazione dei principali valichi alpini minacciano la mobilità in Piemonte, con il rischio di un isolamento economico sempre più marcato.
Un dato allarmante emerso durante l'incontro della commissione Trasporti, presieduta da Mauro Fava, con l'associazione ex parlamentari della Repubblica - coordinamento Piemonte e Valle d'Aosta.
Il ruolo della ferrovia nel contesto alpino
Il problema principale riguarda il forte squilibrio tra il trasporto su gomma e quello su ferro. Attualmente, sulle Alpi transitano ogni anno circa 12 milioni di mezzi pesanti, mettendo sotto pressione la viabilità stradale, mentre il traffico ferroviario si attesta su oltre 130 mila treni merci, per un totale di 220 milioni di tonnellate trasportate.
Tuttavia, il trend di crescita della gomma (+240% dal 1984 al 2021) supera di gran lunga quello della ferrovia (+75%), dimostrando una carenza di politiche adeguate per il riequilibrio modale.
I nodi critici della mobilità ferroviaria
Ventimiglia, nonostante la sua importanza strategica, risulta ormai satura, accogliendo un numero di mezzi pesanti pari alla somma di quelli che transitano per il Frejus e il Monte Bianco. La gratuità del transito rispetto agli altri due tunnel ne aggrava la pressione. Intanto, la situazione del Frejus e del Monte Bianco continua a essere precaria: il primo soffre di problemi di accesso, mentre il secondo, che necessita ancora del raddoppio, dovrà chiudere per manutenzione tre mesi all'anno per i prossimi vent'anni.
L'esempio svizzero e austriaco: un modello da seguire
In Svizzera e in Austria la situazione è completamente diversa: il 70% del traffico merci in Svizzera e il 30% in Austria avviene su ferro. Questo modello dimostra come politiche di incentivazione del trasporto ferroviario possano alleggerire la pressione stradale e migliorare la sostenibilità del sistema logistico. Piemonte e Valle d'Aosta, invece, restano vulnerabili: basta un solo incidente ai valichi per bloccare completamente la mobilità su gomma, con ripercussioni economiche a livello nazionale.
Le priorità per il futuro
L'ingegner Giancarlo Bertalero, esperto di trasporti alpini, sottolinea la necessità di un piano strategico per riequilibrare il trasporto ferroviario e su gomma, rafforzando l'intermodalità e potenziando i collegamenti ferroviari con l'Europa. La Torino-Lione, il Terzo Valico e il traforo del Gran San Bernardo sono infrastrutture chiave che richiedono attenzione e investimenti immediati per evitare il collasso del sistema logistico piemontese.
Un appello alla politica
Durante la discussione, diversi rappresentanti politici hanno evidenziato l'urgenza di scelte chiare e tempestive. Il traforo stradale del Gran San Bernardo potrebbe essere penalizzato dalle restrizioni svizzere sui mezzi pesanti, mentre l'interconnessione con il Terzo Valico e il potenziamento dei nodi intermodali rappresentano sfide fondamentali per il futuro.
L'appello è chiaro: è necessaria una visione di lungo periodo che metta al centro la ferrovia come asse portante della mobilità alpina, coinvolgendo non solo il Piemonte, ma anche la Liguria e i Paesi confinanti in un piano di azione coordinato.