Proseguono senza sosta i lavori di ripristino sulla linea ferroviaria Faentina, cruciale snodo tra Toscana ed Emilia Romagna, danneggiata gravemente dall’ondata di maltempo che lo scorso marzo ha colpito l’Appennino. 

Il tratto interrotto tra Ronta e Crespino è oggi al centro degli interventi di RFI (Rete Ferroviaria Italiana), con venti cantieri attivi per restituire funzionalità e sicurezza a un'infrastruttura vitale per pendolari e turisti.

Durante un sopralluogo effettuato oggi, tecnici e autorità hanno potuto constatare i progressi dei lavori in corso, con interventi che comprendono il consolidamento dei versanti, la ricostruzione delle massicciate e la messa in sicurezza delle strutture portanti.

Al momento sono già stati investiti 5 milioni di euro, metà dei 10 milioni complessivamente stanziati per l’intera tratta tra Ronta e Marradi.

Il maltempo del 14 e 15 marzo ha provocato frane, smottamenti e danni strutturali che hanno imposto la sospensione del servizio ferroviario.

Ma l’interruzione non è un episodio isolato: già nel 2023 eventi calamitosi avevano colpito duramente la tratta Marradi–Faenza, dove continuano oggi altri interventi di ripristino grazie a ulteriori finanziamenti.

Il valore strategico della Faentina è duplice: da un lato serve le esigenze quotidiane di mobilità dei residenti nei borghi montani, dall’altro è fondamentale per sostenere l’afflusso turistico estivo verso l’Appennino tosco-romagnolo.

Il lavoro congiunto tra Regione Toscana e RFI ha consentito finora un avanzamento visibile, nonostante le difficoltà legate alla complessa orografia del territorio.

Le priorità attuali si concentrano sulla stabilizzazione dei terreni instabili, la ricostruzione dei muri di contenimento e la messa in sicurezza delle infrastrutture compromesse. L’obiettivo condiviso è restituire un servizio ferroviario regolare e sicuro nei tempi previsti dal cronoprogramma.

Le immagini dei binari sospesi nel vuoto e delle frane che hanno sventrato il tracciato raccontano un’infrastruttura messa a dura prova dai cambiamenti climatici. Tuttavia, il lavoro meticoloso dei tecnici di RFI, dotati di strumentazioni avanzate per il monitoraggio continuo, offre garanzie sulla sicurezza e sull'efficacia del ripristino.

Fondamentale si è rivelato il ruolo delle istituzioni locali, dei sindaci e delle comunità montane, che fin dall’inizio hanno esercitato una pressione costruttiva per ottenere risposte rapide e risorse adeguate.

Il progetto di ripristino è diventato così anche un banco di prova per la capacità del sistema Paese di rispondere a eventi climatici estremi, sempre più frequenti.

Nei prossimi mesi si procederà con la messa a punto dei tratti ancora critici e con il completamento delle opere già avviate.

La riapertura totale della linea Faentina non rappresenta solo un ritorno alla normalità, ma un passo fondamentale per garantire la continuità territoriale e valorizzare un’area fragile ma preziosa per l’intera regione.

In un contesto di emergenze climatiche sempre più impattanti, il caso della Faentina dimostra l’importanza di un approccio integrato che unisca competenze tecniche, risorse straordinarie e una visione condivisa.

L’obiettivo è chiaro: far tornare a correre i treni sull’Appennino, unendo territori, comunità e opportunità.