Si è tenuta ieri pomeriggio, in videoconferenza, una riunione convocata da RFI e Trenitalia Toscana, con la partecipazione dell’assessorato regionale ai trasporti e dei sindaci dei comuni attraversati dalla linea ferroviaria Firenze–Roma.
Durante l’incontro, RFI ha comunicato che, a seguito dei controlli periodici previsti dai piani di manutenzione dell’infrastruttura, è emersa la necessità di effettuare un intervento straordinario nella Galleria San Donato, situata poco prima dell’ingresso a Firenze.
I lavori sono già in corso in orario notturno dal 7 luglio e proseguiranno fino al 4 agosto, senza impatti sulla regolare circolazione ferroviaria.
Tuttavia, per consentire una diversa modalità operativa, dal 18 al 23 luglio sarà necessario deviare 18 treni regionali e 2 Intercity sulla "Linea Lenta" Firenze–Roma, nel tratto compreso tra Figline Valdarno e Firenze Rovezzano. Questa deviazione comporterà modifiche agli orari e un possibile aumento dei tempi di percorrenza.
Nel dettaglio, tra il 18 e il 21 luglio saranno deviati 9 treni regionali diretti verso Firenze, mentre tra il 21 e il 23 luglio la deviazione riguarderà altri 9 treni regionali in direzione opposta, da Firenze verso il Valdarno.
La presidente della Conferenza zonale dei sindaci del Valdarno aretino, Valentina Vadi, ha espresso forte preoccupazione e indignazione per l’approccio adottato da RFI e Trenitalia, accusandoli di scaricare ancora una volta “sulle spalle dei pendolari l’intero peso delle criticità infrastrutturali”.
Mentre i treni regionali verranno deviati, i treni dell’Alta Velocità continueranno a transitare regolarmente nella Galleria San Donato, con ritardi minimi, essendo gli unici ad usufruire del tunnel in quei giorni. Una scelta che, secondo Vadi, risulta "chiaramente sbilanciata" e dimostra come, in caso di difficoltà, siano sempre i servizi per i pendolari a essere sacrificati per primi.
“Non si tratta solo di un disagio temporaneo – ha dichiarato – ma di un segnale preoccupante rispetto alle intenzioni future di RFI e Trenitalia.
Temiamo che questa gestione anticipi una strategia volta a spostare in maniera permanente i treni regionali sulla linea lenta a partire da gennaio 2026, una prospettiva per noi inaccettabile, che comprometterebbe seriamente la qualità del servizio per migliaia di lavoratori, studenti e cittadini del nostro territorio”.
Vadi ha citato anche un episodio recente, accaduto il 2 luglio scorso durante un flash mob promosso dai sindaci del Valdarno: “Il treno su cui viaggiavamo è stato deviato sulla linea lenta, accumulando 18 minuti di ritardo. Un esempio concreto del prezzo che i pendolari stanno già pagando per scelte prese altrove, senza il reale coinvolgimento dei territori”.
Una nuova riunione è prevista per il 17 luglio, questa volta a livello nazionale, con la partecipazione delle Regioni Umbria e Lazio, oltre ai rispettivi assessorati e rappresentanti locali, in considerazione delle ricadute ampie di queste decisioni.
“Chiediamo un intervento diretto del Ministero dei Trasporti – conclude Vadi – affinché sia garantito il diritto alla mobilità per i pendolari e tutelata la qualità della loro vita quotidiana. Comprendiamo la necessità della manutenzione, ma non può essere sempre il trasporto pubblico locale a subirne le conseguenze. Con questa posizione ci presenteremo al tavolo del 17 luglio. In assenza di risposte concrete, siamo pronti a portare la protesta a Roma”.