Qualcuno con un filo in più di malizia avanza l'ipotesi che dietro ci sia un "giubbotto di salvataggio" per il ministro, qualcuno che si tratti di una manovra difensiva piuttosto ardita.

Fatto sta che l'esposto presentato da FS ha destato parecchia perplessità.

Nello stesso, FS ha ipotizzato che i guasti dei giorni scorsi siano il risultato di un complotto organizzato per "destabilizzare, anche a livello istituzionale e governativo, il Gruppo FS e il relativo management".

Ad avanzare dubbi sono in tanti, ma le perplessità più sensate e a loro modo semplici vengono da Il Post.

Secondo il giornale on line "al di là di alcune frasi allusive, rilanciate e sostenute da esponenti della Lega tra cui il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, nella documentazione presentata alla questura non ci sono prove a supporto di questa teoria".

E ancora: "Sia l’esposto che la nota stampa diffusa dopo la presentazione sono pieni di dubbi e insinuazioni" e "anche la conclusione dell’esposto è molto allusiva".

Ma Il Post va oltre: "In tutto il documento non c’è alcun tipo di prova e non è chiaro come gli investigatori possano eventualmente iniziare le indagini: il punto di partenza di qualsiasi inchiesta sono infatti gli accertamenti tecnici che però spettano al Gruppo Ferrovie dello Stato e alle sue controllate, Trenitalia e RFI, la società che gestisce l’infrastruttura".

Non è tutto, perché i dubbi vengono fuori anche dalle dichiarazioni dei giorni scorsi.

"Le accuse del Gruppo sono anche in contrasto con le dichiarazioni rassicuranti degli ultimi giorni. Martedì Stefano Donnarumma, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, aveva detto che i ritardi non possono essere descritti come disastri perché hanno un impatto nell’ordine delle migliaia di persone, poche se paragonate ai due milioni che viaggiano in treno ogni giorno (in realtà, va detto che si riferiva a uno specifico guasto avvenuto in Direttissima poco prima della dichiarazione, ndr). Donnarumma aveva aggiunto di ricevere complimenti e ringraziamenti da tante persone che si spostano in treno. Alla Camera il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha risposto all’opposizione sostenendo che i ritardi degli ultimi mesi siano in linea con quelli del passato".

Tanti dubbi e poche certezze, quindi. Ora la palla passa ad altre realtà che dovranno fare chiarezza su quanto ipotizzato. E non è detto che ci riescano.