Ci sono voluti quasi sette anni, ma oggi si è concluso il processo ordinario relativo al disastro ferroviario di Caluso, con una condanna, un’assoluzione e un risarcimento di 1 milione e 740mila euro per i familiari delle vittime, cifra che si aggiunge alle condanne già emesse con il rito abbreviato.

La tragedia avvenne nella notte del 23 maggio 2018, quando, al passaggio a livello in località Arè, un treno della linea Chivasso-Aosta si scontrò con un tir con trasporto eccezionale fermo sui binari.

Le vittime furono due: il macchinista del treno, Roberto Madau, 61enne di Ivrea, e Stefan Aurelian, romeno di 64 anni, residente a Busto Arsizio (Varese), che scortava il mezzo pesante.

Altre 23 persone rimasero ferite, tra passeggeri e personale ferroviario.

Nel tribunale di Ivrea, l’autista del tir, Darius Zujis, è stato condannato a 2 anni di reclusione, mentre Wolfgang Oberhofer, legale rappresentante della Translog sas che aveva organizzato il trasporto, è stato assolto con formula piena.

Gli imputati erano accusati di cooperazione in disastro ferroviario colposo, omicidio stradale e lesioni stradali gravi.

Nel processo abbreviato erano già stati condannati Zebedia Mosconi e Gabriele Bottini: il primo, 45enne di Desio (Monza Brianza), capo scorta tecnica, ha ricevuto una pena di due anni, mentre Bottini, 63enne e autista del secondo mezzo di scorta, è stato condannato a un anno e dieci mesi.

Dangis Dregva, lituano di 52 anni, rappresentante legale della ditta proprietaria del camion, ha patteggiato una pena di 3 anni.

I giudici hanno riconosciuto un risarcimento provvisionale di 1 milione e 740mila euro alle parti civili: la sorella del macchinista deceduto, la capotreno Modena Gauna, alcuni feriti, RFI e Trenitalia, con quest'ultime che hanno ricevuto rispettivamente 500mila e 730mila euro.