Union Pacific, il maggiore operatore ferroviario degli Stati Uniti, sarebbe a un passo dall’acquisizione della rivale Norfolk Southern.
Secondo quanto riferito da Bloomberg News, citando fonti a conoscenza dei fatti, un accordo formale potrebbe essere annunciato già all’inizio della prossima settimana.
Giovedì, Union Pacific aveva confermato l’esistenza di trattative avanzate per fondersi con Norfolk Southern, un’operazione che darebbe vita a una compagnia ferroviaria da 200 miliardi di dollari e con una copertura “coast-to-coast”.
Una mossa che, se confermata, potrebbe ridefinire gli equilibri nel settore e innescare una nuova ondata di consolidamenti tra i big del trasporto merci su rotaia.
L’azienda ha scelto di non commentare le indiscrezioni. Anche Norfolk Southern, interpellata da Reuters, non ha fornito risposte immediate.
Quella in discussione sarebbe la più grande acquisizione mai avvenuta nel settore ferroviario statunitense.
L’operazione darebbe vita alla prima rete ferroviaria merci moderna a linea unica da ovest a est del Paese, con importanti ripercussioni sulla logistica nazionale di prodotti che spaziano dai cereali ai materiali chimici, fino alle automobili.
La notizia dell’avanzamento delle trattative ha colto di sorpresa analisti e operatori del settore, considerando che il sistema ferroviario americano è storicamente strutturato in due grandi duopoli regionali, con rotte separate per le regioni orientali e occidentali.
L’iniziativa riflette anche un cambiamento di rotta sul fronte antitrust negli Stati Uniti, favorito dagli ordini esecutivi dell’ex presidente Donald Trump, orientati a rimuovere ostacoli alla concorrenza e ad agevolare operazioni di fusione di grandi dimensioni.
L’accordo vedrebbe la fusione del predominio di Union Pacific nei due terzi occidentali del territorio statunitense con la rete ferroviaria di Norfolk Southern, che si estende per oltre 19.500 miglia attraverso 22 stati dell’Est.
Attualmente, Union Pacific è valutata circa 138 miliardi di dollari, secondo i dati LSEG. L’azienda è alle prese con un calo dei volumi nel settore automobilistico e con una domanda di carbone instabile, dovuta alla crescente adozione del gas naturale come fonte energetica alternativa.
Norfolk Southern, dal canto suo, ha un valore di mercato di circa 63 miliardi di dollari ed è reduce da una fase turbolenta: l’uscita dell’ex CEO dopo un’indagine etica, uno scontro interno con l’investitore attivista Ancora e un grave deragliamento ferroviario che ha generato costi stimati attorno a 1,4 miliardi di dollari.