Nove anni dal disastro ferroviario tra Andria e Corato che costò la vita a 23 persone e causò il ferimento di 57 passeggeri.
Stamattina ad Andria e a Bari la strage è stata commemorata con cerimonie e un minuto di silenzio osservato alle 11.05, l’orario in cui avvenne la collisione tra i due convogli.
Ad Andria, dove l’amministrazione comunale ha istituito formalmente la «Giornata in ricordo del 12 luglio 2016», la cerimonia si è svolta nella stazione centrale della Ferrotramviaria in piazza Bersaglieri d’Italia.
A Bari, l’omaggio si è tenuto in piazza Moro, davanti alla stazione centrale, presso la fontana che ospita la lapide commemorativa.
Mentre istituzioni, cittadini e familiari delle vittime hanno rinnovato il ricordo e la vicinanza, la giustizia prosegue il suo corso.
Proprio ieri si è tenuta l’ultima udienza di discussione del processo d’appello a carico di 16 imputati, 14 dei quali erano stati assolti in primo grado. L’udienza per le repliche è fissata per il 29 settembre, mentre la sentenza è attesa per ottobre.
Nella giornata di ieri, in aula, ha preso la parola la difesa di Ferrotramviaria, che ha chiesto ai giudici di respingere l’appello della Procura di Trani e di confermare la sentenza di assoluzione pronunciata in primo grado, escludendo in ogni caso la responsabilità dell’ente per l’insussistenza dei requisiti previsti dalla legge.
Secondo l’accusa, la strage dei treni del 12 luglio 2016 fu il risultato di un «fallimento di sistema» e non solo di un errore umano da parte dei due ferrovieri, il capostazione e il capotreno, gli unici condannati in primo grado a sei anni e sei mesi e sette anni di reclusione, rispettivamente.
La sentenza di primo grado attribuì l’incidente a «una incredibile serie ripetuta di non osservanze delle norme che regolano la sicurezza della circolazione dei treni», individuando la responsabilità dei due ferrovieri, condannati per cooperazione in disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni personali colpose aggravate dalla mancata osservanza delle norme sulla sicurezza sul lavoro.
Le altre 14 persone coinvolte furono assolte. La Procura, tuttavia, ha sempre sostenuto che l’incidente si sarebbe potuto evitare se fossero state rispettate le norme di sicurezza, e ha chiesto per gli assolti condanne comprese tra i 6 e i 12 anni di reclusione.