Il Frecciarossa è oggi il simbolo indiscusso dell'alta velocità in Italia, collegando in modo rapido ed efficiente città come Milano, Roma, Napoli, Torino ma anche Pescara e Lecce.

Da quando è stato introdotto nel 2008, ha trasformato il modo di viaggiare, offrendo tempi di percorrenza ridotti e un alto livello di comfort, soprattutto dopo l'entrata in servizio nel 2015 degli ETR 400 - Frecciarossa 1000 prodotti dalla Hitachi Rail Italy.

Una delle scelte più lungimiranti che è stata fatta da Trenitalia, è stata quella di associare il treno al colore rosso, simbolo di velocità, dinamismo e potenza e non all'oro, come poteva essere logico aspettarsi.

Questa combinazione ha reso il Frecciarossa immediatamente riconoscibile come il massimo esponente del viaggio su rotaia in Italia, assieme - è giusto dirlo - a Italo che ha iniziato però i servizi "solo" nel 2012 figurando inevitabilmente un passo indietro anche per la minore capillarità dei collegamenti oltre che per il minore numero di treni nella flotta.

Nel corso degli anni il brand Frecciarossa è cresciuto al punto da diventare un segno di prestigio, e sempre più frequentemente gli abitanti di diverse località italiane desiderano che il treno faccia tappa nel loro territorio.

Da ultime Bella-Muro e Grassano che hanno fatto richiesta nei giorni scorsi.

Essere una delle fermate del Frecciarossa è percepito come un riconoscimento di status e un'opportunità per attrarre visitatori e investimenti.

Tuttavia, cedere a queste richieste in maniera indiscriminata potrebbe snaturare l'essenza stessa del servizio.

Il vero valore del Frecciarossa risiede nella velocità e nella capacità di collegare rapidamente i principali poli economici e culturali.

Ogni fermata aggiuntiva, soprattutto in stazioni di piccole dimensioni - benché al servizio di un bacino più ampio - rischia di rallentare il servizio e di rendere il viaggio meno efficiente.

Certo, ci sono situazioni in cui è giustificato ampliare il percorso o aggiungere fermate, specialmente nei periodi estivi per supportare il turismo, come nel caso di località come Sapri, che durante la bella stagione diventa una meta ambita dai viaggiatori.

Allo stesso modo, in occasioni di eventi particolari di rilevanza nazionale o internazionale, come quelli in programma a Gorizia in vista di eventi culturali o storici, prolungare il percorso o aggiungere fermate può essere una scelta opportuna per favorire la partecipazione e la visibilità.

Tuttavia, è fondamentale che Trenitalia mantenga un equilibrio.

Espandere le fermate a dismisura cedendo alle "lusinghe" di ogni singolo raggruppamento di case che ambisce a far parte del percorso del Frecciarossa rischierebbe di comprometterne l'appeal già in alcuni casi messo a dura prova dalla circolazione su linee tortuose non adeguate per quanto in corso di aggiornamento. 

Il treno, da simbolo di rapidità ed efficienza, potrebbe perdere quella caratteristica distintiva che lo ha reso tanto popolare, figurando in taluni casi - passateci l'esagerazione - come un "regionale molto bello e costoso".

La sua forza risiede proprio nella capacità di garantire tempi di percorrenza ridotti e di collegare rapidamente i grandi e medi centri urbani.

Preservare questa vocazione è essenziale per mantenere intatto il valore del brand, senza cedere a richieste "umane" ma poco percorribili che ne comprometterebbero l’essenza.

A maggior ragione dopo la scelta di sacrificare i brand Frecciargento e Frecciabianca che eventualmente potevano essere maggiormente coerenti con queste diverse finalità.