Il ritorno delle storiche automotrici ALn 668 lungo la tratta Fabriano–Pergola segna non solo un momento suggestivo per gli appassionati di ferrovia, ma anche un esempio concreto di mobilità sostenibile e di visione sul futuro delle linee secondarie italiane.

"Sembra un ritorno alla normalità, come se gli errori del passato non fossero stati commessi": con queste parole l’associazione Ferrovia Valle Metauro (Fvm), da oltre venticinque anni impegnata nella battaglia per la riattivazione della linea Fano–Urbino, ha commentato con entusiasmo la recente circolazione delle due ALn 668 riconvertite.

Mercoledì scorso, vederle sfrecciare nuovamente lungo i binari marchigiani è stato per molti "un vero déja-vù", carico di emozione e di speranza per il futuro del trasporto su ferro nell’entroterra.

Un futuro che, oggi, può anche parlare il linguaggio della sostenibilità. "Le automotrici ALn 668 non sono più alimentate a gasolio ma a BioGnl (gas naturale liquido) grazie a un progetto nato da un memorandum d’intesa tra Fondazione FS, Snam e Hitachi Rail, con l’obiettivo di convertire parte della flotta storica e turistica – spiega l’associazione –. Entreranno in servizio turistico sulla Sulmona – Carpinone e sulla Fabriano – Pergola.

È l’attuazione del principio della sostenibilità: riutilizzare l’esistente, riducendo le emissioni di Co2 dell’80%. Sembra un ritorno alla normalità, come se Urbino potesse essere raggiunta in treno da turisti e studenti e i paesi della valle del Metauro potessero ancora avere il privilegio del principale mezzo di trasporto pubblico, con cui raggiungere Pesaro e Fano e per trovare le coincidenze con i treni veloci".

Le ALn 668, protagoniste del trasporto locale dagli anni '80, rappresentano oggi un simbolo del legame possibile tra innovazione e valorizzazione del patrimonio ferroviario.

Secondo Fvm, il loro ritorno dovrebbe indurre a una riflessione più profonda sul ruolo strategico delle linee minori. "Solo chi ha avuto la lungimiranza di comprendere l’importanza di appartenere al “sistema ferroviario“ del Paese e le ha mantenute in esercizio si è trovato favorito.

Invece, sulla Fano – Urbino, mantenere i treni fu considerato uno spreco, una cosa inutile. La vera scelta scellerata fu abbandonare la ferrovia illudendosi che, rimanendo solo con il trasporto pubblico o privato su strada, non ci sarebbero state conseguenze, mentre gli effetti si stanno facendo sempre più sentire, perché le persone che vogliono usare il treno sono sempre di più".

Oggi, la tratta Fano–Urbino è inserita nella pianificazione regionale, che guarda con attenzione anche ai territori interni, con una visione nuova e più consapevole. A bordo delle automotrici erano presenti autorità regionali e rappresentanti della Fondazione FS, a conferma del rinnovato interesse per il ripristino della mobilità ferroviaria e per la salvaguardia del patrimonio infrastrutturale.

"Un viaggio cosparso di insidie, ostruzionismi ideologici, tecnici, burocratici e dal colpevole disinteresse della popolazione, ma questo treno tornato sulla linea restituisce la normalità a un territorio e la sua popolazione è in grado di capire che questo sia solo un tratto di un disegno molto più ampio.

Intanto, apprezziamo il viaggio di queste splendide automotrici, dotate di una moderna alimentazione green, sperando che almeno questa volta le argomentazioni sul tema emissioni siano oggettivamente escluse".

La speranza è che, da questo segnale forte, possa realmente ripartire un processo di rinascita del trasporto ferroviario locale, restituendo a intere comunità il diritto alla mobilità e alla connessione con il resto del Paese.

Fonte Il Resto del Carlino